MONTIERI – Il Comune di Montieri, tra i primi in Toscana, nella seduta del consiglio comunale di ieri sera, ha varato il baratto amministrativo. Una misura che, accanto a tutte le altre che sono andate a comporre il cosiddetto “pacchetto crescita” messo in campo dall’ente con l’approvazione del bilancio di previsione nel maggio scorso, rappresenta un ulteriore ed importante tassello a sostegno della popolazione ed a tutela delle fasce deboli.
Il comune si è dotato di un regolamento che disciplina analiticamente l’istituto e che detta i requisiti da possedere ai fini dell’adesione e le possibilità che si offrono a coloro i quali detti requisiti li possiedono e si trovino o vengano a trovarsi nelle condizioni disciplinate. «L’approvazione è stata preceduta da un lavoro di ricognizione puntuale che ci ha permesso di avere un quadro definito, in un lasso temporale relativo alle ultime annualità fiscali, dell’evasione inerente i tributi comunali. Attraverso tale operazione ci siamo resi conto che una fetta della nostra società potrebbe trovarsi nell’oggettiva impossibilità di adempiere ai propri obblighi tributari – spiega il sindaco Nicola Verruzzi -. In un momento di crisi e di difficoltà economica del paese, delle famiglie, e delle nostre imprese, abbiamo ritenuto doveroso, come ente pubblico, offrire una possibilità alternativa alle fasce deboli e dare una chance a chi non può sostenere il peso fiscale impostogli e di offrire un’immagine solidaristica e di un comune capace di comprendere le esigenze della cittadinanza».
Il baratto darà la possibilità, a fronte del mancato pagamento di tributi comunali già scaduti, di offrire prestazioni di pubblica utilità all’ente, e quindi alla comunità tutta, saldando in parte la propria posizione debitoria nei confronti dell’amministrazione comunale. Gli interventi potranno riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzabili, e in genere la valorizzazione di aree del nostro territorio.
Il regolamento si rivolge a tutti i residenti maggiorenni con un indicatore ISEE sotto la soglia del reddito sociale. Attraverso il baratto, naturalmente, si potranno saldare soltanto parzialmente i tributi comunali non adempiuti. Saranno i destinatari del regolamento, interessati a tale possibilità, a dover compilare un apposito modulo, entro il 30 aprile di ogni anno, con il quale indicheranno tipologia e termini delle prestazioni che intenderebbero svolgere. Ad un dato monte orario di lavoro svolto a favore della comunità viene riconosciuto un quantum di tributo simbolico da versare. Naturalmente gli istanti dovranno produrre idoneità medica alle prestazioni che intenderebbero svolgere e saranno assicurati.
«Raggiungiamo, con il baratto, un risultato di dignità – aggiunge Verruzzi -. Da oggi, a Montieri, non sarà più necessario vergognarsi di non farcela, o elaborare stratagemmi elusivi. Sarà sufficiente manifestare la propria situazione di disagio economico ed adoperarsi per la comunità avrà un duplice effetto: adempiere in parte ai propri obblighi tributari e svolgere la propria funzione di cittadino curando il territorio ed impegnandosi per la propria comunità».
Sempre nella serata di ieri sera, il comune di Montieri ha lanciato un progetto estremamente importante e che si lega alla ratio ed alle finalità che si intende perseguire con il baratto amministrativo: il progetto si chiama “vendi la tua vecchia casa ad un euro” e si rivolge, per esigenze di decoro urbano e di sicurezza pubblica, a tutti quei privati proprietari che hanno abbandonato nel nostro territorio immobili in condizioni di vetustà e di offesa al decoro urbano.
«Siamo destinatari di istanze di cittadini che lamentano e denunciano le condizioni in cui versano diversi immobili nel nostro territorio e che ci chiedono di intervenire in prima persona; il comune, di fronte a tutto questo, ha ben poche armi – precisa il primo cittadino -. In un momento di estrema difficoltà per gli enti pubblici, agire su immobili privati, senza oggettive e comprovate esigenze di tutela dell’incolumità pubblica, ci negherebbe risorse destinabili a progettualità ben più importanti e funzionali alla nostra comunità».
«Per questo ci rivolgiamo con un accorato appello alla comunità ed a tutti quei privati proprietari che hanno abbandonato i loro immobili e per i quali quegli stessi immobili si sono trasformati in un inutile fardello da sopportare; per un proprietario che non ha interesse per il proprio immobile, ci potrebbero essere persone disposte a ristrutturalo e riportalo in vita. Per questo la provocazione della vendita ad un euro. Il disinteresse per un immobile lasciato in stato di abbandono non può trasformarsi in interesse a percepire da un’eventuale vendita un prezzo fuori mercato – conclude Verruzzi -. Ed in un momento di profonda crisi del mercato immobiliare, soprattutto in aree come la nostra, l’unica possibilità per fronteggiare lo stato di abbandono e di attrarre potenziali interessati, è quello di essere disposti a cedere la proprietà a cifre simboliche, restituendo a case che furono di padri e nonni, la dignità che meritano e la funzione sociale che dovrebbero assolvere».