GROSSETO – Se ci fosse stato qualche dubbio su una eventuale alleanza tra Partito democratico e Possibile, il nuovo movimento fondato da Pippo Civati, in vista delle prossime amministrative maremmane, a chiarirlo ci ha pensato Andrea Santini. Ex Pd e tra i fondatori del comitato grossetano di Possibile, Santini ha preso una posizione netta e dura contro il Pd e soprattutto contro il documento approvato dall’assemblea provinciale e incentrato proprio sul prossimo appuntamento elettorale.
«Mi rendo conto – scrive Santini – che le motivazioni che mi hanno portato a lasciare il PD, sono sempre più attuali alla luce di quanto riportano le cronache giornalistiche di questi ultimi mesi che vedono sempre più protagonista il Pd sia a livello nazionale che locale. Ormai il PD è sempre più un partito in franchising in mano ai “capibastoni” locali in guerra perenne fra loro per un unico scopo: la gestione del potere fine a stessa».
«Per quanto concerne i referendum è vero, non abbiamo raggiunto il quorum delle firme, ma grazie alla nostra azione politica nella prossima primavera i cittadini si potranno esprimere su sei quesiti referendari inerenti il tema delle trivellazioni promossi da 10 regioni, di cui 8 a guida PD, solo dopo la presentazione della ns. proposta referendaria».
«Per quanto riguarda le primarie regionali per la carica di governatore vorrei ricordare, se qualcuno se ne fosse dimenticato, che Enrico Rossi non sia stato legittimato dall’Assemblea Regionale ad essere candidato, essendo al primo mandato, senza essere sottoposto al giudizio dei cittadini attraverso il percorso delle primarie come previsto dallo Statuto e come il PD regionale abbia fatto di tutto per non farle svolgere. Peccato che il PD provinciale si sia sempre piegato, e stia continuando a farlo, ai voleri del Governatore Enrico Rossi a partire dall’annosa vicenda dell’autostrada tirrenica, alla questione dell’incenerimento dei rifiuti, avendo su questi temi una posizione che definirla gattopardesca è usare un eufemismo, così come alle vicende relative alla regionalizzazione del trasporto pubblico locale, del servizio idrico ed allo smantellamento della sanità pubblica toscana».
«Peccato che tale solerzia non sia stata dedicata anche a discutere dentro il massimo livello territoriale, ovvero l’assemblea provinciale, tutta una serie di documenti presentati da noi sin dall’inizio del 2014 e che si taccia sulle pressioni esercitate su di me e su di altri esponenti della ns. area politica a candidarsi alle scorse elezioni regionali da colui che si apprestava a scalare la segreteria provinciale, tramite una decisione imposta dall’alto, pensando forse che fossimo disposti a vendere la nostra dignità di dirigenti politici e a fare così da foglie di fico».
«Questo dimostra ulteriormente la disonestà intellettuale che impera nel PD provinciale attuale in quanto Possibile è un cantiere che ha l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una casa comune aperta a tutti quei soggetti che ancora si riconoscono nei valori della sinistra e nella nostra Costituzione, essendo ormai il PD un organismo geneticamente modificato. Sarà il tempo a giudicare se la nostra sfida sarà una proposta politica debole».