GROSSETO – L’obiettivo è modificare radicalmente la legge Fornero per renderla più equa e aderente ai bisogni reali dei lavoratori in procinto di ritirarsi. Per questo Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rispettivi sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Uilp, giovedì 15 Ottobre incontreranno il prefetto di Grosseto e saranno in piazza Rosselli con un presidio (10.30-12.30) per promuovere i contenuti della propria proposta di modifica. Proprio in queste settimane, infatti, da parte del Governo è in corso di definizione l’aggiornamento della riforma Fornero, con l’introduzione della possibilità di lasciare il lavoro in anticipo ma con forti penalizzazioni sull’assegno pensionistico.
«La Legge Fornero – sottolineano Claudio Renzetti (Cgil), Fabrizio Milani (Cisl), Gianni Baiocco (Uil) – ha cancellato la possibilità di accedere al pensionamento con il sistema delle “quote” che combinano età anagrafica e anzianità contributiva, senza tenere conto della riorganizzazione del lavoro, delle esigenze produttive delle imprese e del lavoro usurante. A questo, si aggiunge il fatto che il blocco del “turn over” ostacola l’ingresso al lavoro dei giovani e trasforma centinaia di migliaia di persone ormai prossime alla pensione in “casi di assistenza”. Producendo, come sta accadendo, diseconomie, sprechi, disagio economico e sociale.
Attualmente – aggiungono i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – l’unico canale di pensionamento anticipato, è legato alla maturazione di un elevato requisito contributivo, a prescindere dall’età (42 anni e 6 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne), ed è soggetto a futuri aumenti per effetto dell’aggancio automatico all’innalzamento dell’aspettativa di vita.
Cgil, Cisl e Uil, quindi, propongono il ripristino della flessibilità nell’acceso al pensionamento, migliorando le proposte attualmente in discussione in commissione al Senato, che dovrebbero trovare una declinazione nel disegno di Legge di stabilità per il 2016.
Le nostre proposte – sottolineano ancora i tre segretari provinciali – prevedono l’abbassamento dell’età di accesso alla pensione, introducendo un’equa flessibilità in uscita peri lavoratori precoci, in modo da incrementare l’occupazione giovanile. Varare la settima salvaguardia per i lavoratori “esodati”, applicare l’opzione “donna” per chi vuole ritirarsi prima; correggere gli errori più macroscopici della legge Fornero, come nel caso dei macchinisti e della “quota 96” nella scuola; riscrivere la normativa in materia di lavori usuranti; promuovere la previdenza complementare, ma anche introdurre un sistema di perequazione e rivalutazione delle pensioni che consenta ai pensionati di recuperare almeno una parte del potere reale d’acquisto perso in questi anni.
Dopo sette anni di crisi durissima – concludono – l’economia sta pian piano rimettendosi sul sentiero della crescita. Per questo vanno contrattate ora le condizioni di un recupero di equità per chi, come lavoratori dipendenti e pensionati, hanno pagato il conto più salato».