GIUNCARICO – Correva l’anno 1899 e “un lavorante nativo di Avenza” rinvenne un ripostiglio pieno di monete d’argento. Il fatto avvenne nei pressi di Poggio Gobbo in quel di Giuncarico.
Della scoperta venne informato il direttore del Museo di Firenze Luigi Adriano Milani, il quale dette incarico a tale Matteo Brizi di Giuncarico suo fiduciario, affinchè facesse un elenco delle monete ritrovate, delle quali vennero scelti 94 pezzi ed inviati al Museo fiorentino e conservati nel Monetiere.
In realtà il tesoretto sembra fosse costituito da oltre 900 monete, quasi tutte in argento di età imperiale romana. C’erano anche alcuni “antoniani”, monete d’argento fatte fare dall’imperatore Caracalla (n. Lione 186 – m. Carre, in Turchia, 217) nel 215 d.Cr.
Le monete scelte non andavano oltre l’anno 230 d. C. ma le cronache parlano della presenza di pezzature datate fino a 150 anni prima e relative a varie autorità imperiali dell’epoca, tra cui Nerone, Vespasiano, Tito, Traiano, Marco Aurelio, Giulia Domna (moglie di Settimio Severo), Plautilla (moglie di Caracalla) e numerosi altri intestatari appartenenti al mondo imperiale romano.
Il fatto è citato a p. 33 dell’ultimo libro del prof. Angelo Biondi di Pitigliano, intitolato “Tesori di Maremma: reali, leggendari, misteriosi” edito da Effigi.