ORBETELLO – 25 mila euro di carburante in due mesi. È questa la cifra che un benzinaio, titolare di un distributore in provincia di Siena, è riuscito a prelevare in modo illegale da alcune aree di servizio anche della provincia di Grosseto, grazie ad un sistema di clonazione delle carte carburante dei suoi clienti.
L’uomo, 45 anni residente nel senese, aveva messo in piedi un sistema avanzato dal punto di vista tecnologico per riuscire a fare la “cresta” su gasolio e benzina. Grazie ad un kit, acquistato su un sito americano per 500 dollari, l’uomo era in grado di acquisire i codici delle carte con banda magnetica che i suoi clienti gli affidavano al momento del pagamento del loro rifornimento e riprodurli su carte vergini anche questa comprate su internet. Una volta clonata la carta il benzinaio si recava in un distributore e prelevava il carburante pagandolo con la scheda “taroccata”. Non solo, ma l’uomo aveva studiato anche una copertura aggiuntiva: quando era all’opera nei vari distributori per “comprare” il carburante cambiava la targa al suo furgone. Si serviva si una targa rubata e di un sistema di calamite che gli consentiva facilmente di sostituire la targa. Una volta terminato il rifornimento “gratuito”, o meglio a spese degli ignari clienti, rimetteva al suo posto la targa originale del suo mezzo.
Il “giochino” però è stato smascherato dai Carabinieri di Orbetello che da quasi un anno stavano indagando proprio sul sistema messo in piedi dall’uomo. Nell’ottobre del 2014 infatti un militare dell’Arma aveva notato il benzinaio mentre ad Orbetello stava prelevando 400 litri di benzina stoccati nella cisterna del suo furgone. Da allora sono partite le indagini che nella giornata di ieri hanno portato alla perquisizione del distributore del 45enne senese e della sua abitazione. I carabinieri hanno trovato e sequestrato circa 200 carte clonate e altre 200 carte vergini oltre a diversi strumenti tecnologici per la riproduzione di carte: in gergo si chiamano skimmer e servono ad acquisire i codici, mentre lo strumento che serve per replicare la carta su una vergine si chiama “imprinting”.
L’uomo è stato denunciato per ricettazione, sia per le carte originarie che per le targhe, per riproduzione abusiva di codici, per falsificazione di carte di pagamento e per intercettazione di comunicazioni informatiche.
Adesso le indagini proseguiranno per capire che fine facesse il carburante prelevato in modo irregolare. Ai militari l’uomo ha detto che lo utilizzava personalmente, ma sembra difficile questa ipotesi visto il grande quantitativo accumulato nel tempo. Da capire anche se l’uomo abbia agito da solo o con altri complici.