MAGLIANO IN TOSCANA – La memoria non si mette all’asta per fare cassa. È questo il senso della lettera inviata dalla segreteria provinciale dello Spi Cgil al sindaco di Magliano, Diego Cinelli, dopo aver appreso della volontà dell’Ente di alienare la scuola di Maiano Lavacchio, dove il 22 Marzo 1944 i nazifascisti trucidarono 11 giovani renitenti alla leva della repubblica fantoccio di Salò. Uno dei colpi di coda di un regime delegittimato e oramai in rotta.
«Ti confermo non solo la contrarietà – scrive al sindaco di Magliano il segretario dello Spi Cgil, Lorenzo Centenari – ma anche tutta l’amarezza mia e dello Spi Cgil di Grosseto rispetto alla decisione di codesta Amministrazione di mettere in vendita all’asta la suola di Maiano Lavacchio che fu teatro di una delle stragi più dolorose della storia della nostra Provincia».
Letto la notizia sulla stampa, «l’amarezza, tuttavia, ci spinge a sollecitare la tua Amministrazione ad un ripensamento, in quanto, pur consapevoli delle difficoltà che i Comuni si trovano ad affrontare rispetto alle ridotte risorse a disposizione, riteniamo che si debbano praticare altre vie, ma non mettere all’asta la nostra memoria più cara».
«Siamo pronti – conclude lo Spi – a ogni iniziativa per onorare il valore che quelle mura rappresentano, e quindi chiediamo all’Amministrazione di Magliano di non ignorare il patrimonio di valori che costarono la vita ai giovani fucilati per non essersi schierati con l’esercito fascista».