GROSSETO – «L’ennesima interruzione della statale 223, con la prospettiva di una problematica che potrebbe restare tale, salvo ulteriori “code”, sino alla fine di novembre rischia di indurre su una situazione economica, che solo eufemisticamente potrebbe essere definita precaria, effetti devastanti. Ai problemi di collegamento con le città di Siena, Firenze e Arezzo, a quelli connessi al trasferimento delle merci e alla lievitazione dei costi che il perdurare delle situazione finirà inevitabilmente per produrre, rischia di aggiungersi, infatti, la fine anticipata di una stagione turistica che aveva già diviso il giudizio degli operatori interessati». Così la Cna di Grosseto, per voce del suo direttore Renzo Alessandri, interviene sulla questione viabilità, legata all’interruzione della Senese.
«Se il disastro provocato dalla piena dell’Ombrone, con la trasformazione del litorale in una enorme foce di questo, con la messa a dimora di una quantità di tronchi e di rifiuti su chilometri di litorale tale da mutare la morfologia delle spiagge tra Principina a Castiglione della Pescaia e l’inevitabile divieto di balneazione già bastavano per mettere a rischio le prospettive del mese di settembre, la chiusura della galleria di Casal di Pari può fare sicuramente il resto – aggiunge -. Alle partenze anticipate dei turisti, peraltro già in atto, potrebbe infatti aggiungersi la mancata conferma delle prenotazioni ricevute. Pur convenendo che la soluzione delle problematiche in essere non è sicuramente semplice l’obiettivo di attenuare i disagi potrebbe essere però raggiungibile».
«In questo senso, a nostro giudizio, le istituzioni grossetane e senesi dovrebbero lavorare e coordinarsi. La garanzia di “tenuta” dei percorsi alternativi, la possibilità di aprire, pur in maniera provvisoria e controllata la galleria “gemella” che almeno apparentemente sembra in stato di avanzata realizzazione insieme all’abbattimento dei tempi annunciati, sono aspetti su cui l’Anas potrebbe essere “interrogata” e impegnata – conclude Alessandri -. Insomma, chi può faccia e faccia presto. Tutti si attivano e si mobilitano quando un “incidente” autostradale o ferroviario taglia in due l’Italia. Evitiamo che gli stessi soggetti si voltino dall’altra parte quanto l’Italia viene divisa a metà».