GROSSETO – «Quanto accaduto ad Arcille porta ancora una volta all’attenzione la tematica riguardante le sagre. Un fenomeno ormai così dilagante che vi è una sorta di “corsa” ad accaparrarsi la sagra. Con buona pace di chi fa della ristorazione il proprio mestiere, la propria fonte di sostentamento». A parlare è la Cofesercenti provinciale.
«Sono anni che la nostra Associazione si prodiga in sforzi concertativi con le Amministrazioni Comunali per arrivare a definire una regolamentazione che porti ad un equilibrio accettabile tra il mondo associativo ed un comparto imprenditoriale che ha contribuito a valorizzare questo territorio, le sue produzioni agro-alimentari, creando in quanto imprese occupazione – prosegue Confesercenti -. Riteniamo che sia indispensabile una regolamentazione ferrea che tenga certamente conto del contributo sociale offerto da alcune associazioni, ma che tenga anche e soprattutto conto del contributo in termini di accoglienza, reddito ed occupazione che centinaia di imprese della ristorazione svolgono nel nostro territorio. Dobbiamo riportare ognuno al proprio ruolo».
«In questo senso riteniamo che sia necessario un intervento normativo del Consiglio regionale appena insediatosi che ponga per tali manifestazioni regole certe ed eque per quanto riguarda non solo gli aspetti autorizzatori e programmatori, ma anche, ad esempio, quelli igienico-sanitari – si legge nella nota -. Il comparto della ristorazione, così come l’intero comparto del commercio e dell’impresa tutta, sta cercando di resistere ad una crisi che non ha precedenti: non c’è più spazio se non quello di rivendicare la possibilità di svolgere il ruolo imprenditoriale nella più assoluta certezza delle regole e correttezza della loro osservanza che alle sagre sfuggono quasi completamente».