Giuncarico – Hanno scelto il simbolo del granchio e il colore giallo. I bambini della scuola primaria Leonardo Da Vinci di Giuncarico dopo un lungo periodo sono tornati nelle loro classi e hanno festeggiato questo momento con giochi, palloncini, canzoni e dolci. Insieme a loro i docenti, i genitori e gli amministratori del comune di Gavorrano hanno partecipato ad una grande festa che ha coinvolto tutto il paese.
La scuola era stata chiusa nel mese di settembre per consentire i lavori di recupero e messa in sicurezza dell’edificio. Una serie di interventi, dai pavimenti agli impianti, dalla caldaia all’abbattimento delle barriere architettoniche,che ha restituito ai bambini e a tutta la comunità una scuola completamente rinnovata.
La scuola di Giuncarico: sopra una delle classi che accolgono i bambini
Il progetto è stato finanziato dal comune e dalla Regione Toscana per un investimento complessivo di 210 mila euro. Presenti all’inaugurazione il sindaco Massimo Borghi, il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Luca Gabrielli, l’assessore alla pubblica istruzione Valentina Cantini e l’assessore alla partecipazione Daniele Tonini. A fianco degli amministratori anche la dirigente dell’istituto comprensivo di Gavorrano e Scarlino Assunta Astorino.
Grazie all’opera che è stata realizzata la scuola è stata resa più sicura, più moderna e più accogliente e in grado di rappresentare ancora un punto di riferimento importante per tutto il paese e per il suo futuro. Soddisfatto anche il sindaco di Gavorrano. «C’è stato l’impegno di tutti – ha spiegato Borghi – del comune, del mondo della scuola e della ditta che ha realizzato i lavori. Noi avevamo preso l’impegno di riaprire la scuola prima della fine dell’anno scolastico ed è quello che abbiamo fatto». Il sindaco ha anche aggiunto che la sua amministrazione continuerà a lavorare su questa strada garantendo a tutti il diritto alla scuola, ad una scuola pubblica, laica e aperta a tutti senza distinzioni e discriminazioni come recita la nostra carta costituzionale. «Perché – ha concluso Borghi – ad un sindaco si può chiedere di ridurre le spese e di tagliare gli sprechi, ma non si può chiedere di chiudere le scuole».