GAVORRANO – Lastre di amianto gettate a terra vicino ai cassonetti nella zona della Bartolina. Non è la prima volta che capita nel comune di Gavorrano, dove un cassone di eternit era stato abbandonato nella zona di Caldana, al bivio di Montebelli qualche mese fa (leggi anche:Amianto tra i rifiuti: la denuncia di un ristoratore. «È lì da mesi»).
L’amianto, o meglio l’eternit, è un materiale considerato rifiuto speciale e non può essere smaltito normalmente e raccolto dagli addetti di Sei Toscana durante i servizi periodici.
Si tratta insomma di un rifiuto pericoloso che deve essere smaltito secondo procedure ben definite e anche costose. Capita così che qualche furbetto per non pagare lo smaltimento lo scarica, magari di notte, in aree poco frequentate facendo un danno alla collettività sia in termini ambientali sia in termini di risorse. Sì perché per rimuovere l’amianto ci vogliono centinaia di euro e deve essere attivata una procedura particolare che ha anche tempi piuttosto lunghi.
In Comune intanto gli uffici sono a lavoro per trovare una soluzione. «Stiamo pensando di collocare alla Bartolina le fotocamere che abbiamo in dotazione – dice il sindaco Elisabetta Iacomelli – perché quello è un sito molto sensibile. Non facciamo in tempo a ripulirlo che arrivano nuove segnalazioni».
Una discarica selvaggia a confine tra Gavorrano e Roccastrada, una zona isolata che attira chi cerca delle scorciatoie allo smaltimento dei rifiuti e che costa ai gavorranesi migliaia di euro all’anno. Le fotocamere potranno servire ad individuare eventuali responsabili con multe salate e possibili risvolti penali per reato ambientale.