GROSSETO – «Forse Poste Italiane spera di fiaccare la nostra iniziativa sul lungo periodo – sottolineano i tre segretari provinciali Renzetti (Cgil), Milani (Cisl) e Baiocco (Uil) – Ma sottovaluta la motivazione del sindacato a tutelare i diritti dei cittadini. Siamo infatti abituati alle battaglie di trincea, e abbiamo già allertato le riserve».
È il messaggio che Cgil, Cisl e Uil mandano a Poste Italiane, che pochi giorni fa ha comunicato di voler dar seguito alla chiusura di 10 piccoli uffici postali (Leggi anche: Torna la mannaia delle Poste: 16 uffici a rischio chiusura – La MAPPA), e alla riduzione d’orario in altri 6, dopo che ad aprile aveva congelato il piano.
«Quando si trasformano servizi pubblici a rilevanza sociale in attività lucrative, queste sono le conseguenze. Lo avevamo detto prima che si prendesse questa decisione, la cui responsabilità è in capo ai soggetti politici nazionali.
La chiusura dei piccoli uffici postali, come di altri servizi di vicinato, in quest’ottica, costringerà tante persone anziane a rinunciare a vivere autonomamente nei paesi d’origine, trasferirsi in città e avvicinarsi ai figli perché non più autonomi.
Per questo riteniamo opportuno l’incontro del 13 Luglio, promosso a Firenze da Regione, Anci e Uncem per ragionare con tutti i sindaci interessati, e auspichiamo che venga trovato il modo di far valere i ricorsi già presentati al Tar, o comunque di ottenere un risultato equivalente. Tuttavia troviamo vergognoso l’escamotage della sospensiva preelettorale del piano di chiusura di Poste Italiane, poi ritirata in piena estate. Tempistica evidentemente non casuale.
Com’è nel nostro Dna, siamo al fianco delle popolazioni colpite da questo provvedimento e alle loro Amministrazioni comunali. Promuoveremo e parteciperemo a ogni forme di lotta, anche extra territoriali. Siamo consapevoli che la strada è in salita, ma la posta in gioco è alta. Non abbiamo alcuna intenzione di mollare».