GROSSETO – E’ giunta l’ora dell’inaugurazione del murales del Cassero, un’opera di street art che nei giorni passati aveva sollevato qualche polemica, soprattutto sui social network.
«Siamo soddisfatti dell’opera che rientra nelle celebrazioni del centenario di Mario Monicelli – spiega il presidente di Fondazione Grosseto Cultura Loriano Valentini -. La frase “la speranza è una trappola” è stata estrapolata da un’intervista molto significativa del regista toscano. Pensiamo di non aver fatto nessuno scempio, anche perché è sempre preferibile avere opere d’arte intorno a noi. Quanto alle polemiche, ho pieno rispetto per chi la pensa diversamente, ma al tempo stesso penso che con questa opera Grosseto si modernizza un po’. Come Fondazione ci candidiamo a questo tipo di interventi per colorare la città. Se guardiamo a ciò che troviamo sui muri, al confronto qua vedo un fiore. Facciamo tanti fiori, serviranno ad evitare che qualcuno rovini l’immagine della città».
«La storia sta andando avanti, le opere di street art si stanno sviluppando in tutta Europa – precisa l’assessore comunale Giovanna Stellini -. Il linguaggio moderno è colto dai ragazzi e da chi è abituato ad accogliere le cose belle». «A Grosseto il movimento è attivo – sottolinea Mauro Papa, direttore del Cedav -. In quest’opera non c’è nessuno sperpero di soldi, solo sponsor che ci hanno aiutato. E’ un’opportunità per la città. Il concetto espresso vede dei personaggi in trappola come falene intorno alle lampadine. Che piaccia o meno c’è da dire che sotto quest’opera c’è un muro eretto del 1995».
Anche l’artista ha detto la sua in merito alla realizzazione: «Mi sono trovato benissimo a Grosseto che non visitavo da dieci anni – ha concluso Zed1 -. Penso che si tratti di uno dei muri più articolati che abbia mai realizzato. Dopo sei giorni di lavoro non è ancora ultimato e quindi vi chiedo scusa, ma vi assicuro che per lunedì sarà finito».