ORBETELLO – «Maremmani indignatevi, l’Aurelia non è una semplice strada, è l’arteria principale del nostro territorio, abbiamo il diritto di spostarci lungo tutta la costa fino a Sorano e Pitigliano in sicurezza e senza pagare un soldo nulla in più di quello che già hanno pagato e pagano con le loro tasse». Così il candidato al consiglio regionale del M5S Ugo Rossi attacca il progetto della Tirrenica.
«Tre giorni fa il presidente uscente Enrico Rossi ha firmato il protocollo d’intesa con il Governo e la SAT per realizzare l’autostrada Tirrenica, andando contro il volere e l’interesse di tutti i cittadini Maremmani – prosegue Ugo Rossi -. Di fatto tale accordo è per il momento solo un impegno formale, e molto probabilmente ha l’obbiettivo di scoraggiare le amministrazioni locali che hanno espresso il loro dissenso all’autostrada, e in particolare il comitato ”No SAT Si all’Aurelia sicura” che si è incontrato all’auditorium di Orbetello. Il motivo per cui Enrico Rossi e il suo PD vogliono la realizzazione di quest’opera, non può che non trovare giustificazione nel portare avanti l’interesse dei privati che li sostengono, mettendo da parte l’interesse che invece andrebbe seguito dalla politica, cioè quello dei cittadini».
«Per quanto riguarda l’autostrada tirrenica, che dovrebbe partire da Grosseto sud fino a Civitavecchia, la Sat non ha ancora pubblicato il piano economico e finanziario (PEF) definitivo né il progetto ufficiale, quindi non si conosce ancora dove hanno intenzione di far passare l’infrastruttura in punti critici come Orbetello e l’Albinia, parlano di 1.6 miliardi di costi senza subentro, ed esenzione per i residenti per 5 anni se percorrono metà tratto – prcisa il candidato del Movimento 5 Stelle -. Ma la storia italiana degli ultimi anni insegna che i costi aumenteranno, infatti si è calcolato in un primo momento che questa autostrada costerà oltre i 3 miliardi di euro, con un subentro record da parte dello stato, terminata la concessione, di ben 3,8 miliardi, molto probabilmente per questo motivo il PEF definitivo ancora non esiste».
«Tenuto conto di tutte queste considerazioni, la cosa più assurda è regalare ad una società privata un strada pubblica come l’Aurelia, già pagata dalla collettività in passato, quando basterebbero solo 500 milioni di euro come da vecchio progetto ANAS 2001 per la messa in sicurezza dell’opera, soldi che equivalgono al costo della realizzazione delle complanari alternative e obbligatorie previste per legge quando si realizza un’autostrada – puntualizza Rossi -. I soldi ci sono, infatti l’8 luglio 2014 l’allora ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lupi confermò, presso la commissione lavori pubblici del senato, l’impegno del governo ad elargire 270 milioni a SAT per garantire il closing finanziario dell’opera, soldi che si trovano sempre per le lobby private e mai per i cittadini che si vedono aumentare sempre di più le tasse. Quindi se sommiamo a questi 270 milioni, il costo delle complanari, le procedure di infrazione di qualche milione di euro da parte della comunità europea per mancato rispetto della normativa degli appalti pubblici per assegnazione a SAT senza gara d’appalto, e i costi oltre a danni che peseranno su tutti i maremmani sui trasporti e sul fallimento di molte attività che sorgono lungo l’Aurelia, conviene indubbiamente fare la messa in sicurezza».
«Su tale questione ad ottobre 2014 l’amministrazione di Capalbio ha votato all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle per dire NO all’autostrada e si alla messa in sicurezza dell’Aurelia, dopo di che anche il comune di Follonica ha sostenuto tale scelta, invece il presidente Enrico Rossi al posto di accogliere le richieste dei suoi sindaci, che rappresentano il volere dei cittadini maremmani, si è imposto dicendo che si fa come vuole lui. C’è da aggiungere un piccolo particolare, il presidente di Sat Antonio Bargone è stato scelto dal governo come commissario governativo, cioè sarà colui che dovrà vigilare sull’opera e avrà il potere di intervenire qualora le amministrazioni locali si opporranno al passaggio dell’autostrada». Conclude Ugo Rossi.