GROSSETO – Sono sei le priorità che Confagricoltura Grosseto ha individuato come fondamentali per garantire la salvaguardia e lo sviluppo dell’agricoltura maremmana, di cui ne assurge a simbolo e volano per la propria economia e per quella della intera regione Toscana.
“Dobbiamo sempre tenere in debito conto che le nostre imprese – apre il presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna (nella foto) – sono lo zoccolo duro della intera economia agricola toscana e quindi merita una maggiore attenzione di quanto non sia avvenuto fino ad oggi. Per questa ragione chiederemo a tutti i candidati alla presidenza della Regione e a quelli inseriti nelle liste come consiglieri un impegno preciso e concreto in merito alle nostre richieste, affinché si tuteli l’intero settore, vessato da vincoli e da gabelle di ogni tipo.”
Delle sei priorità quella che certamente la si ritiene come principale è la posizione che sarà assunta rispetto al Piano Paesaggistico Regionale, uno strumento che nonostante diversi miglioramenti è ancora elemento di costrizione e di forte penalizzazione per il settore, ma anche la riduzione degli animali selvatici che hanno provocato la perdita di raccolti e di capi ovini in molti allevamenti, una tassazione più equa e sostenibile, per passare a una destinazione più puntuale e localizzata di finanziamenti comunitari, fino alla riduzione dei carichi burocratici che le nome impongono e alla semplificazione dei processi amministrativi di Artea.
“Chi si candida a ricoprire un ruolo nel massimo organismo toscano e che passerà il giudizio elettorale del prossimo 31 maggio, – aggiunge il presidente Vivarelli – non può non esimersi dal fornire risposte precise in merito alle richieste che giungono dal mondo dell’agricoltura che, in particolar modo in Maremma, ha vissuto e sta vivendo momenti difficili e tali da metterne in crisi il sistema economico. Questi saranno i temi su cui ci batteremo, senza concedere sconti a nessuno, in particolare a chi andrà ad assumere ruoli di rilievo sulla scena istituzionale locale, ruoli che saranno di supporto nel percorso al fianco dell’impresa agricola. Non basta solo dirlo di essere in sintonia con il mondo agricolo. – conclude Vivarelli -. Vorremo un impegno reale e concreto con i candidati affinché accettino e facciano proprie le nostre richieste, e perché tutto ciò non si traduca in un mero sostegno elettorale ma sappia diventare la base per un rapporto di collaborazione tra la Regione Toscana e gli agricoltori.”
Ecco nel dettaglio le 6 priorità per un’agricoltura dinamica, rispettosa del territorio, fonte di sviluppo occupazionale e simbolo della provincia di Grosseto
Il Piano Paesaggistico Regionale è totalmente da rivedere perché l’agricoltore ha costruito e non ucciso il paesaggio. L’agricoltura non è “consumo del suolo” ma la sua valorizzazione e conservazione. Per questa ragione vogliamo difendere la secolare cultura del lavoro nei campi e dello sviluppo. Nel piano le attività e lo sviluppo agricolo sono viste come “criticità” da combattere e vengono date indicazioni in barba al rispetto delle più elementari norme per la difesa del lavoro, della qualità, della competitività. L’agricoltura non è una “rendita di posizione” ma lavoro, lavoro nel rispetto di regole che devono essere chiare e rispettose della storia della sua evoluzione.
Riduzione presenza selvatici, nel rispetto delle densità previste e sostenibili dall’ambiente. Il risarcimento danni deve essere l’estrema ratio. Così come le recinzioni, e similari dissuasori, che oltre a deturpare il paesaggio, limitano la mobilità della fauna concentrandola in ristrette zone. Occorrono norme di difesa delle colture che siano di rapida e semplice esecuzione.
Tassazione (IMU TARI TASI, Consorzi di bonifica, ecc). L’imposizione deve essere il risultato di un limpido e facile calcolo; deve essere altresì adeguata all’effettiva produttività, redditività ed armonizzata con il vero utilizzo dei servizi comunali e territoriali. La semplicità, allontana le interpretazioni, diminuisce l’incertezza ed è sinonimo di trasparenza e responsabilità gestionale.
ARTEA. Il sistema deve limitarsi a registrare le effettive necessità. I dati richiesti devono essere riferiti per precisi fini, debitamente giustificabili, non reperibili in altre forme, e comunque non devono essere ripetitivi. E’ impensabile concettualmente, ed anche decisamente costoso, reiterare operazioni già effettuate nel passato, senza definitivo costrutto. (Gis – misurazioni catastali, ecc). La parola chiave con la quale implementare e modificare il sistema è “Semplificazione”, spesso l’inserimento di dati, richiede operazioni complesse e ridondanti.
I finanziamenti europei devono essere necessariamente utilizzati. A questo riguardo riteniamo opportuno dare la massima attenzione alle misure che prevedono il mantenimento e l’incremento della manodopera, degli investimenti strutturali, delle innovazioni e della salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Per questo rinnoviamo la richiesta di una vera collaborazione e l’aiuto di tutte le forze istituzionali che vorranno ascoltare le nostre richieste ed i nostri bisogni, in un nuovo spirito collaborativi.
Le norme devono essere redatte in perfetta sintonia ed armonia con quelle già esistenti a tutti i livelli istituzionali, onde evitare interpretazioni (costose sia per gli utenti che per la pubblica amministrazione) e primo segnale di non percezione della realtà da parte degli amministratori. Il processo di sburocratizzazione deve essere deciso e rivoluzionario. Nella Pubblica amministrazione cerchiamo alleati non detrattori della libera impresa.