di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Ci sono i fischetti, gli striscioni, le urla dei manifestanti. Comincia così la lunga mattinata di protesta da parte degli alluvionati nei confronti del Consorzio di Bonifica. Il presidio di Marsiliana, l’associazione V.i.t.a., il comitato il ponte lo avevano preannunciato e così è stato. Insieme a loro un centinaio di alluvionati intenzionati a far sentire la propria voce. E la loro voce arriva forte e chiara.
Nel fiume in piena della protesta ci sono anche i sindaci delle zone colpite: Monica Paffetti per Orbetello, Diego Cinelli per Magliano in Toscana, Marco Galli per Manciano. Sono proprio i primi cittadini i primi a varcare la soglia del Consorzio di Bonifica in via Ximenes. Il presidente Fabio Bellacchi riceve per prima loro, poi anche una delegazione in rappresentanza delle persone colpite dall’alluvione.
C’è tensione e il confronto è diretto, con richieste che arrivano forti e chiare da parte dei cittadini. «Vogliamo solo che l’Albegna sia scavato – dicono – chiediamo di tutelare le nostre vite. Alcuni lavori sono stati eseguiti, non siamo degli ingrati, ma è ancora troppo poco. Tante promesse sono state fatte e non mantenute. I lavori devono partire adesso, con il bel tempo, non possiamo più aspettare e accettare altri ritardi. Due escavatori, tre dumper, una ruspa, con questi mezzi dove pensa di arrivare il Consorzio di Bonifica? Ne va della nostra vita, abbiamo avuto 8 morti in due alluvioni, case nel fango, aziende distrutte. Basta con le false attese chiediamo che entro ottobre l’80% del fiume ritorni a sezione. Siamo Indignati e preoccupati».
Il presidente Bellacchi ascolta le richieste e precisa quanto ribadito in altri incontri: «Ci sono tempi burocratici da rispettare, non possiamo accorciarli, faremo il possibile, anzi lo stiamo già facendo – dice in difesa dell’operato del Consorzio -. Questa non è la sede adatta per la protesta, dovevate andare dall’autorità di bacino regionale Ombrone, dipende tutto da loro».
I toni si scaldano e la delegazione di alluvionati chiede che sia messo a verbale quanto detto nel confronto, comprese le richieste per accelerare i lavori, perché «Non si intravede continuità tra la somma urgenza e le operazioni che procedono a rilento». Bellacchi però, risponde che «Non firmerò nulla, perché non posso prendermi queste responsabilità». Il confronto si infiamma, vola qualche parola di troppo, giù in strada, intanto, anche i manifestanti alzano i toni della protesta. Erano indignati e preoccupati prima dell’incontro con il Consorzio di Bonifica, ora sono anche arrabbiati.
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