di Sabino Zuppa
TALAMONE – Potrebbero finalmente avere la promozione meritata e, per qualche tempo, assaporata i tre agenti di polizia che intervennero subito nelle operazioni di salvataggio durante il naufragio della Costa Concordia. In quella lontana notte del 13 gennaio del 2012 tre dei membri della squadra nautica della Polizia di Talamone, Fabrizio Sposito, Riccardo Cicuto e Massimo Tocci, intervennero subito uscendo con la motovedetta dal porto garibaldino per dirigersi all’Isola del Giglio e partecipare alle operazioni di recupero dei naufraghi, proprio mentre la nave stava affondando.
Furono tra i primi ad arrivare e la loro attività fu fondamentale perché furono tra i pochi ad operare sotto il lato di dritta della nave, quello su cui la nave si era inclinata mentre stava affondando, rischiando di fatto la vita per portare in salvo quelli che scendevano da quella parte del transatlantico. Per quello che fecero il questore di Grosseto formulò una proposta ufficiale affinché avessero una promozione per merito straordinario, proprio perché avevano agito in circostanze in cui loro stessi avevano rischiato la loro vita, operando sotto il lato dove la nave stava per affondare.
Ma il ministero non accolse la proposta e, per così dire, sottovalutò la proposta tramutandola in un riconoscimento di “Encomio” negando la promozione. Ma i tre poliziotti e le loro sigle sindacali non videro riconosciuta la valenza di ciò che avevano fatto e decisero, nel 2012, di fare subito ricorso al Tar di Firenze che adesso ha emesso la sua sentenza condannando anche il ministero alle spese processuali. La decisione del ministero degli interni di concedere l’Encomio, infatti, è stata annullata ed il giudice ha disposto che la “commissione ricompense”, su cui si basano le decisioni del Capo della Polizia, faccia una nuova valutazione di ciò che avvenne e di quello che il questore richiese per l’attività di quei tre poliziotti nella notte tragica del naufragio della Concordia: una nuova valutazione che quei tre ragazzi, che quella notte rischiarono la vita per salvare tantissime altre vite umane, sperano che possa riconoscere quella promozione che, in quei momenti e nei giorni dopo la vicenda, i media gli avevano attribuito di diritto per quello che avevano fatto.
Per leggere la sentenza cliccare QUI