GROSSETO – Nel giorno del tour elettorale di Salvini in terra di Maremma, della mobilitazione leghista a Grosseto, Castiglione della Pescaia e Follonica, Leonardo Marras, candidato al consiglio regionale per il Partito democratico, non rimane in silenzio di fronte alla proposta politica del Carroccio e punzecchia il leader lombardo.
«La Maremma – scrive Marras – è una terra libera ed accoglie anche Salvini. Tuttavia non sopportiamo certi eccessi. Come la felpa. Nessuno gli ha detto che in primavera inoltrata è caldo a Grosseto? Non condivido niente di ciò che ha detto. Culture e dimensioni diverse: la nostra è una civiltà rurale, il risultato dell’incontro di mille “razze”, da sempre. Conoscono le migrazioni nelle nostre campagne, il sudore di quelle fronti ha scavato il suolo che oggi il leader del Carroccio ha attraversato mentre andava raccontando le sue storie di odio e grattava la pancia al malessere che c’è. Nei giorni scorsi ha usato toni e parole terribili a commento della più grande tragedia del Mediterraneo. Oggi viene ad abbattere i muri toscani. La sua però non è voglia di cambiamento, non c’è nessun progetto di governo per la Toscana. E’ un grande manifesto di opposizione che tende a fagocitare il voto di destra, orfano dei suoi vessilli dell’ultimo ventennio ed è lì che i cittadini toscani lo relegheranno».
«In Maremma – aggiunge Marras -, come in tutta la Toscana, se gli interessasse, può farsi una cultura in termini di qualità dell’accoglienza. Siamo orgogliosi di come sono state gestite le ondate di profughi di questi anni. Garanzia sulla salute, piccoli centri per provare ad integrare le persone nel nuovo contesto dopo la fuga dalla guerra e dalle violenze, il volontariato locale a far da supporto sistematico, un istruzione di base per comunicare. Qualche problema c’è stato qua e là ma quasi nessuno se n’è accorto. Invece ci sono racconti emozionanti e esperienze che hanno fatto crescere soprattutto i maremmani che ci si sono trovati a contatto. Polemiche e risse non fanno per noi. Dunque, benvenuto anche a Salvini. Domani, tanto, è da un’altra parte con un’altra felpa».