di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – A dispetto del nome incoraggiante il decreto legislativo “La Buona Scuola”, non piace affatto agli insegnanti. Lo dimostra la straordinaria partecipazione che ha riscosso l’assemblea provinciale promossa dalla Flc-Cgil. Risultato: aula magna del “Fossombroni” gremita in ogni ordine di posto. Nel mondo della scuola erano anni che non si vedeva questa partecipazione e coesione su di un solo argomento. A illustrare i contenuti del decreto legislativo Gabriella Bresci della segreteria Flc Cgil Toscana che ha risposto anche alle domande degli insegnanti.
Tanti i timori, molte le preoccupazioni, così mentre si dibatte sugli eccessivi poteri che investono i dirigenti scolastici, paragonati a veri e propri re, si discute in maniera approfondita su quella che è stata definita come una “legge ricatto” che gioca sulla pelle dei precari, di cui il mondo della scuola da anni tristemente abbonda. «E’ necessario un provvedimento urgente per la stabilizzazione dei precari e l’immediata apertura del rinnovo contrattuale – precisano dal sindacato -, obiettivi da raggiungere, magari, con una mobilitazione continua».
Quella dell’agitazione e del blocco di alcune funzioni scolastiche sembra essere l’unico strumento a disposizione degli insegnanti per respingere le proposte del governo. «Uno sciopero generale, per tutti, senza troppe distinzioni», aggiungono e a giudicare dalle risposte e dalla partecipazione questa volta l’azione potrebbe davvero arrivare a un punto significativo. Troppe volte, soprattutto in epoca recente, lo strumento dello sciopero è stato indetto per poi cadere nel vuoto, ma questa volta il dissenso per il decreto su “La Buona Scuola”, potrebbe davvero riuscire a mettere tutti d’accordo. Un paradosso a cui gli insegnanti avrebbero rinunciato ben volentieri, ma che allo stato attuale sembra diventare l’unica via percorribile per una riforma scolastica che non sia inquadrata come un attacco alla libertà di insegnamento.