di Sabino Zuppa
PORTO ERCOLE – Lotta mediatica senza quartiere sull’arca funeraria del Caravaggio a Porto Ercole. Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta il critico d’arte, Tommaso Montanari, ha attaccato sia l’ideatore del progetto Caravaggio, Silvano Vinceti che l’amministrazione del sindaco Arturo Cerulli per aver posto in essere quello che lui definisce un falso unito ad uno spreco di denaro pubblico.
Una uscita su un video pubblicato sulla stampa nazionale in cui lo studioso e giornalista si fa intervistare davanti all’urna contenete le ossa attribuite al Merisi, un documento che accende subito una serie di commenti anche tra gli abitanti ed i frequentatori di Porto Ercole che terminano con l’indignazione del padre putativo del progetto, Silvano Vinceti.
«Ritengo fondamentale rispondere alle falsità dichiarate, per tutelare tutti quei ricercatori universitari che si sono dedicati, con rigore e passione, alla ricerca dei resti mortali di Caravaggio – spiega lui – i resti mortali non sono stati prelevati da un funzionario del Comune bensì da due professori universitari che raccolsero i resti mortali da sottoporre ad esami. Sulla base degli esami compiuti sui nove resti mortali raccolti in quel cimitero, quello etichettato con il numero 5 ha ottenuto i seguenti risultati: di corporatura robusta come viene descritto il Caravaggio, di 39-40, età di morte del pittore, presenza di piombo elevato nei resti ossei, compatibilità con il DNA di cinque Merisi abitanti a Caravaggio, esame del terreno profondo dove si trovava il cimitero di San Sebastino coincidente con i residui di terreno trovati nel campione n. 5».
«Secondo il protocollo di valutazione internazionale la probabilità che il campione n. 5 sia Caravaggio è fra l’85 e il 90 per cento. Se ad esso si abbinano i documenti storici recuperati – conclude Vinceti – questa probabilità si eleva al punto tale di poter asserire che dentro l’urna c’è Caravaggio oltre “ogni ragionevole dubbio”. Tralascio poi ogni commento su certe espressioni usate da Montanari che dire colorite è esser buoni e accoglienti.»