COLLINE METALLIFERE – Si è concluso il Vinitaly 2015 ed è tempo di bilanci. L’Associazione Strada del Vino del Monteregio di Massa Marittima era presente alla manifestazione con il proprio stand che ospitava sei aziende del territorio, la Pierotta di Scarlino, I Campetti di Ribolla, la Cura, Il Fontino, Bicocchi di Massa Marittima e Valdonica di Roccastrada.
«Quest’anno – dice il presidente Simone Rustici – abbiamo scelto di presentarci al Vinitaly in maniera autonoma dopo che la Camera di commercio di Grosseto aveva rinunciato alla partecipazione diretta all’iniziativa. E’ stato scelto quindi un nuovo look per il nostro stand, rinnovato e affascinante. Grande affluenza ed un diffuso ottimismo tra tutti gli operatori. Tanti curiosi ma anche tante presenze di buyers da tutte le parti d’Europa, Stati Uniti e Asia. La collaborazione tra le aziende intervenute è stata massima e abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti: quello di dare una immagine unitaria di un territorio che esprime qualità eccellente unita a grandi individualità».
«Dopo anni di stallo il 2015 – conferma Stefano Boscaglia direttore della Strada del Vino -, ha portato nuovo ottimismo ed interesse anche per le piccole realtà». La “Strada del Vino del Monteregio” è uno strumento a servizio delle aziende che possono partecipare ad iniziative che singolarmente risulterebbero troppo onerose.
«Quest’anno – sottolinea Rustici – abbiamo voluto anche spingere sull’identità territoriale non solo del Monteregio ma anche della Maremma Toscana, cercando la partecipazione di aziende di tutta la provincia di Grosseto, sulla scia della omonima DOC recentemente costituita. E’ stata una scelta coraggiosa e d’impatto che ha voluto mandare un messaggio concreto a tutte le aziende e a tutti i soggetti che operano in Maremma in vista del Vinitaly 2016. La Strada del Vino del Monteregio – continua Rustici – è sempre pronta a condividere le proprie professionalità per iniziative comuni tese all’ottimizzazione delle risorse e alla unicità di immagine che fa tanto bene alla Maremma e a chi ci investe».