CINIGIANO – Giovanni Barbagli, dela lista civica A/Gente comune di Cinigiano torna a parlare del tema dei rifiuti. «Alcuni mesi fa alcuni sindaci dell’ATO Sud (Orbetello, Manciano, Capalbio, Monte Argentario, Isola del Giglio…) hanno pubblicamente sostenuto in sede di discussione del bilancio 2014 dell’ATO SUD il loro voto contrario motivandolo con la scarso rischio di impresa di questo organismo tecnico/gestionale di area vasta (Siena Arezzo Grosseto) che sovraintende alla gestione di tutta la filiera dei rifiuti e che determina non solo indirizzi, ma anche costi e modalità di individuazione dei gestori della raccolta e del trattamento dei rifiuti stessi».
«Allora ci spiegarono che il loro voto contrario era per la mancanza di trasparenza nella gestione economico finanziaria – afferma Barbagli -, nelle scelte per la individuazione del gestore unico della raccolta (SEI) e nelle stesse modalità di fatturazione da aperte di questo ultimo gestore ai comuni. Da questa valutazione complessiva ne conseguiva anche il netto rifiuto all’aumento ingiustificato delle tariffe per gli anni 2015/2017 e una critica feroce alla inerzia nell’avviare il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti come richiesto da Regione, Stato e Euorpa».
«Il nostro sindaco faceva parte invece del gruppo di amministratori che avevano votato a favore del bilancio e quindi anche l’aumento delle tariffe – prosegue Barbagli – e da qui la nostra interrogazione che chiedeva spiegazioni».
«Ora quei sindaci che non approvarono il bilancio si rifanno vivi e scoprono le pentole: la colpa dell’ATO SUD è la solita incapacità gestionale, gli aumenti delle tariffe sono ingiustificati, nonostante le contorsioni istituzionali invece che al contenimento dei costi si assiste ad un aumento del 15%, sulla filiera pesano come un macigno scelte sbagliate come impianti di trattamento dei rifiuti che non sono adeguati ad accogliere la differenziate e quello che è più grave che l’impianto delle Strillaie è dimensionato ad accogliere una quantità di rifiuti pari a 118.972 tonnellate di indifferenziata e se viene conferito meno di questo quantitativo i comuni pagano addirittura penali. Non solo non si farà mai la raccolta differenziata nei nostri territori, contrariamente a quanto ci chiede la Regione, lo Stato e l’Europa ma i cittadini non potranno avere i benefici previsti per quelle amministrazioni che hanno avviato da tempo questo tipo di raccolta di rifiuti. C’è da domandarsi ora dove finisce la dabbenaggine di alcuni sindaci, compreso il nostro, e dove inizia la furbizia o peggio ancora la quiescenza di fronte a scelte fatte in sedi diverse da quelle del Comune e per obiettivi non certo di buona amministrazione».