TORUN (POLONIA) – Non tradisce le attese Cristiana Artuso, la mezzofondista maremmana partita da Grosseto con il sogno nel cuore di un podio agli Europei Master di cross a Torun. Provenendo da vari stop e infortuni stavolta nulla era scontato, anzi quella dell’atleta grossetana era proprio una bella scommessa. Ancora una volta ce l’ha fatta, vincendo per se stessa e per il suo pezzo di cuore, gli atleti speciali di Skeep, l’associazione a favore dell’inclusione della disabilità attraverso lo sport, di cui è presidente. «Sono felice perché ho dimostrato a me stessa che si può sempre ripartire e perché ho onorato la fiducia dei miei “atleti speciali”. Era il primo dovere che sentivo pulsare nel petto e sento di aver dato veramente il massimo».
Infatti la maremmana non solo ha conquistato il primo gradino del podio, ma ha trascinato letteralmente il team Italia all’oro tutto colorato di “Maremma”. Massimo bottino conquistato dunque, con la doppia medaglia: «Ci tenevo molto a fare bene individualmente per rispetto e gratitudine nei confronti dei numerosi sponsor che hanno appoggiato il progetto “Torun&Skeep”, e nei confronti di tutti coloro che credono in me e mi stanno accanto ogni giorno – dice Artuso -. Un sogno nel sogno era la medaglia tutta maremmana, il massimo per Grosseto, terra amante dello sport e che tra neanche due mesi accoglierà gli Euromaster. Comunque devo ammettere che c’è stato un segreto, il completino gara era del mio grandissimo amico fraterno Stefano La Rosa. Non potevo non onorarlo».
«Il percorso era molto scosceso e tecnico, credo uno dei più pericolosi che abbia mai corso in carriera da crossista, quindi questo ha fatto si che tutte le atlete stavano molto prudenti e controllate – racconta la mezzofondista -. Erano 3 giri da 1600 mt con tre grandi salite e tre discese di chi una veramente tecnica. Guadagnare terreno li anche in chiave squadra (la somma totale delle prime tre azzurre dava punteggio) è stata praticamente un’impresa. Ho studiato le avversarie polacche davanti a me i primi km poi nel primo tratto piano ho reagito e ho cercato di incidere e mettermi davanti guadagnando terreno».
«Sono consapevole che si tratta di un Europeo di categoria e forse per molti abituati all’oro dei mondiali di Budapest 2014 poteva sembrare scontata. Per me ha un sapore e un valore completamente nuovo. Preparare questo obiettivo mi ha messo di fronte ad alcune sfide della vita e ho dovuto scegliere. E ricordarmi chi ero. Cercare quel sentiero lì del cuore – aggiunge Cristiana Artuso -. Perché in una gara così prima di essere alla linea di partenza a TORUN. Devi essere alla linea di partenza ” della tua vita”. Ispirata sempre dal coraggio e dalla gioia di lottare dei miei piccoli, grandi atleti speciali».
«Vorrei ringraziare prima di tutto mio marito Andrea Musumeci, luce della mia vita, che sostiene sempre i miei sogni e fa di tutto per aiutarmi a realizzarli. Le persone che mi sono accanto e mi incoraggiano quando non riesco a credere in me. Il team di massaggiatori fisioterapisti che si prendono cura di me quotidianamente. E poi se possibile vorrei ringraziare in modo importante Simona Calugi, che mi ha aiutato in modo fondamentale affinché io oggi fossi qui – precisa Artuso che guarda già avanti -. Non so adesso inizierò piano piano a preparare la stagione outdoor soprattutto in scia di un grande stimolo: la coppa campioni assoluta a Bratislava a fine maggio. Sarebbe veramente un sogno correrla al meglio. Poi valuterò per i mondiali master di Lione ad agosto. Se Dio vorrà farò anche quell’esperienza. Lascio a lui disegnare sulla tela della mia vita. Seguirò il cielo, vediamo».