MANCIANO – Il tema dei rifiuti e della raccolta differenziata è al centro del dibattito dei sindaci dei Comuni di Manciano, Sorano, Pitigliano, Magliano in Toscana, Orbetello, Capalbio, Monte Argentario ed Isola del Giglio, area Grosseto Sud, in risposta all’assessore del Comune di Grosseto, Giancarlo Tei, ritenendo necessario fare alcune puntualizzazioni.
“Vorremmo ricordare – spiegano i sindaci dei Comuni di Manciano, Sorano, Pitigliano, Magliano in Toscana, Orbetello, Capalbio, Monte Argentario ed Isola del Giglio – che nelle assemblee di Ambito svolte durante il 2014, non abbiamo passato il tempo a litigare, ma a cercare di mitigare la tariffa sui rifiuti, opponendoci a quelle voci di costo proposte dall’autorità che, a nostro avviso, sono totalmente ingiustificate e garantiste rispetto al Gestore unico, a cui in tal modo si cerca di coprire il rischio d’impresa. Vogliamo chiarire ai cittadini che nelle assemblee di Ambito, che riuniscono potenzialmente 109 comuni, il peso percentuale dei voti è totalmente a favore dei Comuni sede d’impianto e di quelli capoluogo di provincia: basti pensare che i soli Comuni di Arezzo, Grosseto, Siena, Terranuova Bracciolini, Poggibonsi, Civitella Paganico e Asciano costituiscano il 58,89% delle quote di partecipazione alle assemblee, e quindi sono nella potenziale condizione di poter decidere anche le sorti degli altri 102 Comuni”.
“Ricordiamo – continuano i sindaci – che dal primo gennaio 2014 è stata avviata una nuova modalità di gestione del ciclo dei rifiuti, riconducibile alla cosiddetta area vasta: tre province (Arezzo, Grosseto e Siena), governate da un’unica Autorità (Ato Toscana sud) e servite da un unico Gestore (Sei Toscana Srl). I principali presupposti su cui trovava fondamento tale gestione, più volte dichiarati nelle varie assemblee di Ambito, erano la ricerca e l’attuazione di economie di scala e l’applicazione di piani industriali volti al miglioramento del servizio esistente e ad una diminuzione dei costi per il cittadino. Il dato di fatto, che ad oggi è sotto gli occhi di tutti, amministratori e cittadini, è che il servizio è, nelle migliori delle ipotesi, rimasto immutato, e che i costi sono lievitati nella misura minima del 15%, esclusa la quota di costi relativa lo smaltimento (che ha subìto un ingente aumento con l’avvio dei flussi nell’impianto di trattamento meccanico biologico in località Strillaie di Grosseto)”.
“Per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Tei – continuano i sindaci sull’’utilità e l’economicità della raccolta differenziata, crediamo che siano i fatti a parlare: dove la raccolta differenziata è organizzata e gestita da progetti lungimiranti e gestori competenti, il risultato a breve termine è una diminuzione dei costi, un aumento dei posti di lavoro, un maggior decoro urbano. Gli impianti grossetani di cui parla l’assessore sono figli, appunto, di una progettualità poco lungimirante: il 18 aprile 2005, tra l’ex Ato n. 9 Grosseto (poi confluito nell’attuale ATO Toscana Sud) e l’Associazione temporanea d’impresa rappresentata dalla società cooperativa Unieco (a cui è successivamente subentrata la società Futura spa, attuale gestore dell’impianto), si sottoscriveva una convenzione secondo la quale veniva premiata la produzione di rifiuto indifferenziato. L’art. 45.5 della convenzione, infatti, stabilisce varie ipotesi di tariffazione media da applicare in base ai quantitativi di rifiuto conferiti rispetto alla quota nominale (118.972 tonn/anno), sulla quale è stato progettato e costruito l’impianto con chiaro fine di garantire la copertura sull’ammortamento degli investimenti fatti per l’impianto stesso; si prevede sostanzialmente una riduzione tariffaria qualora si conferisca una quantità di rifiuti superiore al valore nominale, ed un incremento tariffario qualora il predetto quantitativo sia invece inferiore alla quota nominale stessa”.
“Ciò va contro tutti i principi normativi, europei e nazionali, in materia di incremento della raccolta differenziata – continua la nota -, e pur avendone occasione è rimasto un caposaldo della concessione anche a seguito delle modifiche apportate alla Concessione stessa dall’Addendum Contrattuale, approvato il 27 settembre 2010. I sindaci dell’Area sud grossetana pensano che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico; l’impianto di Strillaie, costato decine di milioni di euro, sarebbe riconvertibile a fabbrica di materiali, cioè a selettore per la valorizzazione delle materie prime seconde (Mps) derivanti da RD, con poche centinaia di migliaia di euro. I cittadini devono quindi interrogarsi per comprendere se la situazione in cui versa la gestione dei rifiuti in provincia di Grosseto è figlia di eventi ineluttabili o di una volontà politica precisa, esercitata da chi in assemblea di Ambito ha quote di partecipazione elevate. Già questi temi, riproposti sommariamente, dimostrano la complessità e la gravità della situazione che vede i Comuni della zona Sud della provincia di Grosseto impegnati da tempo per un’azione congiunta, che ha come primo obiettivo quello di difendere la qualità dei servizi ai cittadini, di contestare la politica ‘economicista’ e burocratica del gestore unico e certi atteggiamenti che fanno sembrare Ato Toscana Sud come una sorta di controparte dei Comuni. Ma l’obiettivo principale è non accettare aumenti delle tariffe ed evitare ulteriori pesanti ricadute sui cittadini”.