di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Questa del Consiglio di Stato è una decisione particolarmente importante, anche perché questo contenzioso portava con sé un risarcimento danni milionario». È sollevato il presidente della Provincia Emilio Bonifazi mentre commenta la sentenza che metta la parola fine alla vicenda giudiziaria tra la Provincia e il Comune di Capalbio e la Sacra che voleva realizzare un impianto a Biogas in località Origlio, nelle vicinanze del lago di Burano. Il Consiglio di Stato ha infatti detto no al risarcimento chiesto da Sacra (sino a 15 milioni di euro), ribaltando così la sentenza del Tar che aveva condannato ai risarcimenti per i mancati guadagni le due amministrazioni. Anzi, a sostenere le spese legali (per un totale di 16 mila euro) sarà proprio la Sacra.
«Questo è un esempio di buona giustizia» afferma l’avvocato del Comune di Capalbio Alessandro Antichi che, insieme a Alessandro Botti per la Provincia, ha portato avanti la causa. Nella sentenza si legge chiaramente che “L’ente non ha mai mutato parere sulla fattibilità dell’impianto, ma ha sempre tenuto distinte le funzioni gestionali da quelle politiche e si è sempre coerentemente espresso nel merito degli atti, nel rispetto delle proprie competenze, tanto che il Tar non ha potuto annullare atti, ma ha censurato il comportamento tenuto dal Comune in conferenza dei servizi”.
«Questo – afferma il sindaco di Capalbio Luigi Bellumori – dimostra che la decisione di annullare, in autotutela l’autorizzazione rilasciata era giusta. Ma anche che la decisione non era legata ad una qualche volontà politica. Il Tar toscano, rispetto alle azioni del Comune di Capalbio non obietta nulla e nulla annulla. Ma sindaca l’atteggiamento dell’amministrazione, entra nel merito, cosa che un giudice amministrativo non dovrebbe fare come rimarca oggi il Consiglio di Stato».
«La sentenza – gli fa eco Antichi – rimarca il fatto che l’attività è stata sempre coerente nel rispetto dei principi di diritto. Tanto che il tar non ha trovato modo di annullare alcun atto del Comune. Di fatto la Conferenza dei servizi non ha potuto agire diversamente “non può essere considerata né ingiusta né illecita la condotta tenuta in esecuzione di provvedimenti riconosciuti legittimi”».
Di fatto ad essere negativo durante la conferenza dei servizi è stato il parere della Asl «perché condizionato all’esistenza di un sistema di spandimento del digestato che nel progetto alla Conferenza dei servizi era sparito nonostante fosse la Condicio sine qua non per l’autorizzazione dell’Asl.Il parere dunque non poteva che essere negativo. E questo basta a far cadere tutta la costruzione. Praticamente Sacra aveva fornito atti differenti ad Asl e Conferenza dei servizi».
Bonifazi sottolinea non solo come gli atti dei dirigenti e funzionari fossero corretti, ma anche la giusta scelta di operare «in difesa del territorio e degli interessi collettivi».
Una vicenda, quella di Sacra, che ha avuto un ruolo anche nelle elezioni e nelle dimissioni in massa di una parte dei consiglieri capalbiesi. Bellumori stigmatizza poi le parole usate da Sacra e i pesanti attacchi «violenti e duri verso l’amministrazione. Noi non promuoveremo altre azioni legali, ma con la figura che hanno fatto se facessero qualcosa di buono, tipo sistemare parco di Capalbio, ci guadagnerebbero in immagine».
«Questa sentenza dimostra – conclude Antichi – che le amministrazioni non si tirano per la giacchetta con la presunzione della coincidenza dei propri interessi con quello generale, e che non può prevalere l’interesse privato su quello generale».
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