MONTIERI – Anche Montieri sceglie la via del ricorso al Tar per difendere il proprio territorio dal piano di rimodulazione di Poste Italiane: in un incontro promosso da Anci ed Uncem Toscana, il conferimento del mandato al legale che curerà l’iter giudiziario di oltre 50 comuni toscani.
«Riteniamo fosse un atto doveroso, un atto di forza, una presa di posizione a tutela del nostro comune e dei suoi abitanti – afferma il sindaco Nicola Verruzzi -. Siamo giunti all’extrema ratio dopo aver incontrato i vertici provinciali dell’azienda ed aver cercato, attraverso la presentazione di un ventaglio di proposte concrete, di limare le distanze tra le parti, di muovere un passo significativo verso le esigenze dell’azienda per tutelare lo status quo ed il mantenimento del servizio postale così com’è, seppur già carente e spesso insufficiente ed inadeguato (mi riferisco alle apparecchiature) nel rispondere alle esigenze della popolazione. Dinanzi al silenzio dell’azienda questa ci è sembrata l’unica iniziativa possibile da intraprendere».
«Ci propongono libretti elettronici su cui i nostri anziani potranno vedersi accreditata la pensione gratuitamente o portalettere in grado di fornire, a domicilio, un ventaglio di servizi implementato – prosegue Verruzzi -. Rispondiamo facendo notare le difficoltà di far decollare un servizio di libretto elettronico in un territorio dove l’ufficio postale andrà, nelle loro intenzioni, ad essere soppresso o a lavorare a orario e giorni dimezzati. Facciamo notare, altresì, che la corrispondenza, nelle frazioni e nelle campagne, spesso, giunge a destinazione, ad ora, con ritardi preoccupanti, tali da porre i cittadini in posizioni scomode di fronte, per esempio, alle autorità di riscossione, o da ledere, comunque, il loro, costituzionale, diritto alla corrispondenza».
«In un comune di oltre 100 chilometri quadrati di estensione, con quattro frazioni distanti diversi km le une dalle altre, in cui il servizio postale viene attualmente coperto attraverso due giornate nella frazione di Boccheggiano e quattro nel capoluogo, in cui il Comune ha attivato un servizio di trasporto ad hoc per garantire ai residenti delle frazioni di Gerfalco e Travale la fruizione di servizi primari, dimezzare le giornate dell’ufficio postale del capoluogo, significa ineluttabilmente assestare un ulteriore colpo alla dignità ed alle condizioni di vivibilità di territori già pesantemente vessati, significa sottindere che il dimezzamento di oggi potrà trasformarsi nella chiusura di domani». Afferma ancora il sindaco.
«Non è possibile risiedere in un’Italia di serie b con un regime fiscale equivalente all’Italia di serie a. Non è possibile subordinare le esigenze della popolazione a quelle del mercato, della miope ed esclusiva corsa al profitto. E, poi, aver previsto la giornata del sabato tra le due di apertura dell’ufficio, giornata nel quale il Comune è chiuso, significa altresì non considerare neppure i molti adempimenti che l’ente svolge per mezzo del servizio postale. La prossima settimana organizzeremo una grande mobilitazione in cui tutti insieme, amministrazione e cittadinanza – conclude Verruzzi -, ribadiremo il nostro no a questa logica dei numeri e del guadagno».