SCARLINO – Nella vicenda dell’inceneritore di Scarlino e della sentenza del Consiglio di Stato che ne ha ordinato la chiusura oggi è il giorno dei lavoratori.
Sono loro a parlare dopo aver ascoltato le dichiarazioni di amministratori, politici e ambientalisti.
Proprio oggi si è tenuto un incontro tra i le Rsu, i rappresentanti dei lavoratori di Scarlino Energia, i sindacati e l’azienda.
Come spiegano in una nota i lavoratori la società «pur manifestando le enormi difficoltà economico finanziarie, ha espresso la propria determinazione per garantire il futuro dell’impianto e la continuità aziendale», ma la preoccupazione è indubbiamente cresciuta.
I sindacati intanto sono già a lavoro per attivare un ammortizzatore sociale per garantire al personale un aiuto economico in questo momento di difficoltà, ma potrà essere una soluzione temporanea, mentre i lavoratori chiedono che si intervenga per creare nuove opportunità di lavoro.
«Sicuramente nessuno di noi – scrivono le Rsu dei lavoratori di Scarlino Energia – ha la presunzione di entrare nel merito di una sentenza, ma abbiamo comunque il dovere di tutelare tutti i lavoratori e le relative famiglie. Allo stesso tempo non vogliamo lasciare la bandiera per la tutela della sicurezza e dell’ambiente a chiunque abbia altri scopi su questi temi, ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno di non entrare nel merito alla sentenza prima dei chiarimenti necessari su alcuni passaggi da capire e valutare».
«Vogliamo ricordare che in questa annosa vicenda più volte si sono espressi esponenti politici e istituzionali con la promessa di creare alternative che potessero dare risposte diverse o alternative all’incenerimento o quantomeno potessero creare condizioni ottimali in merito alla gestione dei rifiuti. Dopo anni, troppo poco è stato creato e troppo poco è stato fatto».
«Tutti arroccati nelle proprie posizioni, mettendo a rischio povertà decine e decine di famiglie che operano in quella realtà. Facciamo quindi appello a tutti coloro che in questi giorni si sono accorti di loro, per dare una continuità alle parole, ed eventualmente creare quelle alternative che i lavoratori attendono da oltre 10 anni, qualora questo impianto non risulti compatibile in termini di sicurezza e di ambiente».