GROSSETO – «Schettino e i suoi ufficiali dovevano rimanere sulla Costa Concordia finché l’ultimo dei passeggeri non fosse sceso. Invece decise di ‘avvantaggiarsi’ e via via con alcuni ufficiali dal lato da dove sembrava più facile scappare dalla nave». Così il Pm Alessandro Leopizzi parla del naufragio della Concordia nel secondo giorno della requisitoria contro il comandante. Sarà poi Maria Navarro, invece, a formulare la richiesta di condanna.
«”Si salvi chi può”, i passeggeri si ammutinarono e si accalcarono sulle passeggiate esterne per lasciare la nave. Cominciò così la notte delle streghe della Concordia» prosegue Leopizzi. «Aveva l’obbligo di scendere dalla nave per ultimo – ha aggiunto, invece – scese senza nemmeno bagnarsi la suola delle scarpe quando alcuni passeggeri, nel punto dove era lui al ponte 3, stettero con l’acqua al petto circa mezz’ora in più». Il pm ha collocato l’abbandono della nave da parte di Schettino tra mezzanotte e 15 e mezzanotte e 20.
«Schettino era andato via mentre la gente aspettava una scialuppa immersa in acqua e con il rischio di venire schiacciati dalla nave che stava per ribaltarsi». I fatti sono provati non tanto da «pochissime prove orali» ma da «evidenze oggettive, documentali, non equivoche, prove di incredibile diretta efficacia probatoria. Abbiamo visto il film del naufragio. Come direbbero gli americani, c’è la pistola fumante», prova evidente del reato e «di chi l’ha compiuto». Ha concluso Leopizzi lasciando il posto a Stefano Pizza.
«Le 32 vittime della Concordia sono morte tutte annegate» per asfissia da annegamento, ha affermato Pizza, «nessuno è morto per l’urto, ma per le conseguenze di come fu gestita l’emergenza» dal comandante Francesco Schettino.
Notizia in aggiornamento