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GROSSETO – «Tutte le realtà territoriali toscane dispongono di un particolare asset (l’oro, il tessile, il marmo, il porto e la logistica, e poi le città d’arte e altro ancora). Nel nostro caso, la caratterizzazione è proprio l’assenza di un asset. Un fatto, questo, che se può averci favorito nel passato oggi penalizzerà la ripartenza». Renzo Alessandri, direttore provinciale Cna, individua così alcune delle cause della crisi feroce che sta penalizzando la Maremma.
«Una provincia e un’economia strette all’interno di apparenti contraddizioni, tra criticità e opportunità che rischiano di annullarsi reciprocamente – prosegue Alessandri -. Siamo in una delle province più vaste d’Italia e tra le più povere demograficamente; una tra le più terziarie in un ambito economico privo di un sistema industriale degno di questo nome, con un export irrilevante e con un manifatturiero ridotto a una pura testimonianza; siamo una delle aree (se non l’area più agricola della Toscana, ma non siamo ancora riusciti a verticalizzato le filiere produttive (non c’è, ancora, un mattatoio, un pastificio, uno zuccherificio); abbiamo una fascia costiera che conta il maggior numero di posti barca dell’intera regione; ma se ci siamo affermati nei servizi alla nautica non siamo riusciti ad affermarci nella cantieristica; la grande attrattiva del territorio e la sua vocazione turistica sono chiamate a confrontarsi con infrastrutture di collegamento precarie e in alcuni casi inesistenti. Non è tanto la gestione del presente a preoccupare, quanto l’incertezza della prospettiva».
«Governatore Rossi, abbiamo letto con attenzione e interesse le sue iniziative a favore della costa toscana – ha affermato Renzo Alessandri rivolgendosi al presidente Rossi -: dall’accordo per la riconversione del polo siderurgico di Piombino, all’obiettivo di un accordo di programma per Livorno e, più di recente, l’iniziativa avviata a sostegno di Massa Carrara. La costa Tirrenica, però, non si ferma a Piombino (ben 160 dei 422 chilometri di costa continentale Tirrenica sono proprio in provincia di Grosseto). Da qui, la richiesta di un’attenzione analoga nei confronti di un territorio che, in fatto di crisi, non ho purtroppo molto da invidiare alla provincia Apuana. Ai quasi 11 mila disoccupati di Massa Carrara (l’8% della disoccupazione toscana, come lei ha giustamente rilevato) a fronte di una popolazione di poco superiore ai 200 mila, se ne contrappongono i tre volte tanti (più di 30 mila) della nostra provincia che ha una popolazione di poco superiore ai 225 mila. L’artigianato della provincia di Grosseto si trova in una situazione difficilissima, con un tessuto imprenditoriale ridotto e trasformato da una crisi dopo la quale, anche settori come le costruzioni, difficilmente potranno riportarsi sui livelli economici ed occupazionali di 10 anni fa. Per ottenere risultati apprezzabili serviranno però necessarie strategie di sistema rese possibili solo dalla presenza di “reti territoriali” caratterizzate da una visione strategica comune e dalla capacità di promuovere iniziative condivise».
A livello locale, afferma il presidente di Cna Riccardo Breda «La situazione economica è peggiorata: i fatturati sono in diminuzione. La percezione è di una situazione economica che tende ulteriormente ad aggravarsi. Se nel 2014 la previsione era stata di un peggioramento (nel 61% dei casi e di un grave peggioramento nel 18%) le attese per il 2015 sono addirittura peggiori (scende al 23% la quota di chi prevede un peggioramento, ma coloro che si aspettano un ulteriore grave peggioramento sono saliti al 41%). Sui tempi di pagamento, il sondaggio mostra un quadro a due facce. Per aver pagate le proprie fatture il 62% delle aziende artigiane grossetane deve attendere, mediamente, dai 60 ai 90 giorni. Se il 21% del campione dichiara di riscuotere a 120 giorni, il 17 % riesce a valicare addirittura la suddetta soglia. Le principali soluzioni con cui, nell’impossibilità di “ritoccare” i listini,si cerca di fronteggiare le difficoltà sono sostanzialmente le seguenti: la maggior parte delle imprese (si è passati dal 50% al 58% del campione) ha dichiarato di ricorrere al credito bancario; il 22% (era il 23) ha allungato, a sua volta, i tempi di pagamento dei propri fornitori; una piccola nicchia (era ed è ancora il 4%) ha aumentato ulteriormente i prezzi. Il sistema bancario, a nostro giudizio, è uno degli attori in grado di traghettare il paese dalla sponda della recessione a quella della ripresa. Un processo del credito (ovviamente) improntato alla prudenza ma governato da regole – e da norme di vigilanza – meno severe diventa, di conseguenza, la condizione necessaria».
Meno pessimista il presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha parlato di una situazione più rosea per la Maremma rispetto ad altre zone. «Grosseto in termini di pil non ha avuto cadute negative come le altre zone. Meno legata all’export e alla domanda interna basando la propria economia soprattutto su agricoltura e turismo. Nel quadro toscano la situazione di Grosseto è, di fatto, tra quelle meno drammatiche. Mi sembra che questa regione abbia reagito alla crisi dimostrando aspetti vitali che ci confermano che possiamo farcela. L’export è aumentato il turismo ha tenuto ed è cresciuto. Tutto ciò che è collegato all’agricoltura ha avuto risultati positivi. Abbiamo fatto molto per questo rafforzamento. Ciò non risolve i problemi dell’occupazione abbiamo 180 mila disoccupati tanti come gli abitanti di una città come Livorno. Ma è un problema da risolvere soprattutto a livello europeo».