SIENA – La storia di Latte Maremma al centro dell’ultimo convegno su alimentazione e benessere tenutosi giovedì pomeriggio nell’aula magna storica del rettorato dell’Università di Siena. Il presidente del Consorzio produttori, Fabrizio Tistarelli, è stato protagonista insieme a tre docenti universitari e a una nutrizionista di un dibattito tutto dedicato alla salute, dal nome “Giovedì delle donne”.
Si è parlato di colesterolo buono e colesterolo cattivo, di acidi grassi ma anche dei nutrienti utili all’organismo e contenuti negli alimenti tradizionali e che spesso sono stati demonizzati. “Il nostro percorso produttivo – ha dichiarato Tistarelli – è sempre rimasto legato alla tradizione che vuole un prodotto di qualità e sano. Questo anche negli anni in cui si confidava più nel miracolo dell’industria che in quello quotidiano di artigiani del latte. Le relazioni dei docenti presenti ci confermano della diffusa voglia e necessità di tornare a un regime alimentare tradizionale. Questo dimostra di quanta modernità ci sia nella tradizione”. Sotto la lente degli studiosi anche un altro grande prodotto maremmano d’eccellenza, il pecorino toscano.
“E’ incredibile – ha dichiarato Marcello Mele dell’università di Pisa – di quanta non comunicazione sia stata fatta dai produttori storici del pecorino sui benefici di questo alimento per il nostro organismo. Di fatto si è lasciato campo libero, ad esempio, ai grandi gruppi industriali europei con versioni, cosidette light, di formaggi freschi e spalmabili che danno apporti di calorie, grassi e colesterolo maggiori del tradizionale formaggio di pecora”. Mele e Sebastiano Banni, dell’università di Cagliari e anche lui presente, sono i due scopritori del formaggio anticolesterolo poi prodotto dal Caseificio sociale di Manciano.