ROMA – Il sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine è a Roma insieme ai rappresentanti dei comuni di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, dell’Unione Montana Alta Val di Cecina e della provincia di Viterbo, per una audizione di fronte alla Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati nell’ambito della discussione congiunta su alcune risoluzioni dedicate alla produzione di energia da impianti geotermici.
“Siamo venuti – spiega il sindaco Giacomo Termine – per spiegare cosa sia la geotermia realmente per i nostri territori che la conoscono da duecento anni. Non discutiamo l’importanza delle regole in una Nazione come la nostra e siamo i primi difensori della salute dei nostri cittadini e del nostro ambiente. Critichiamo però l’uso che a volte si fa delle paure della gente innescate dall’allarmismo scientemente creato. Il rischio concreto è che iniziative pur legittime possano avere l’unico risultato di penalizzare e ostacolare lo sviluppo dell’energia geotermoelettrica in Italia e l’impoverimento di territori come i nostri. E’ importante tenere presente che nel 2013 la produzione di energia elettrica da fonte geotermica è stata pari a 5.659,2 GWh contribuendo sensibilmente alla produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili e conseguentemente alla riduzione della dipendenza energetica nazionale dall’estero e al contenimento delle emissioni di gas serra (CO2)”.
“Sono venuto alla Camera dei Deputati – spiega ancora Termine – per ricordare che la geotermia, presente in sedici comuni della Toscana, rappresenta una grande realtà economica e industriale del Paese. Produce occupazione, genera ricchezza nel territorio ed è stata capace di innovarsi e di migliorare sensibilmente gli impatti sull’ambiente. Tale realtà costituisce ancora oggi, a distanza di due secoli dalla sua nascita, un esempio a livello mondiale ed è oggetto di forte attenzione da parte delle altre nazioni che vogliono cimentarsi nel suo sviluppo. Dovrebbe essere interesse di tutti difendere questa industria e favorire gli investimenti per un suo ulteriore sviluppo. Si dimentica troppo spesso che la geotermia costituisce una risposta alle esigenze di salvaguardia ambientale e di sviluppo sostenibile: è una fonte che produce in maniera costante energia sfruttando il calore naturale della terra. Le risoluzioni in discussione alla Camera fanno riferimento ai possibili rischi connessi alla sismicità, all’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria.
Sono un politico e mi rimetto a ciò che la scienza finora ha dimostrato. Rispetto al tema della possibile sismicità, studi condotti sui campi geotermici toscani, coltivati per la produzione industriale di energia elettrica sin dal 1913, hanno verificato che la sismicità nell’area, in termini di localizzazione e intensità, non ha subito modificazioni dopo l’inizio dell’utilizzazione industriale della risorsa geotermica praticata in Italia. Tutti gli studi portati avanti concordano che non esistono indizi concreti di una correlazione tra attività sismica ed attività di coltivazione geotermica nei campi geotermici italiani”.
“Per quanto riguarda la questione del possibile inquinamento delle falde acquifere conseguente all’uso industriale della risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica va sottolineato che i dati e le informazioni accumulati in decenni di coltivazione della risorsa geotermica consentono di poter affermare con certezza che non è possibile che si verifichi un flusso apprezzabile tra i due sistemi (geotermico e idrico) in quanto ciò produrrebbe un sostanziale raffreddamento e quindi la scomparsa del sistema geotermico.
Per quanto riguarda, infine, la qualità dell’aria, gli effluenti gassosi in uscita dalle centrali sono i soli gas incondensabili associati ai fluidi geotermici, in percentuali generalmente inferiori al 5-6% in peso sul vapore in ingresso in centrale. Essi sono costituiti per oltre il 98% da anidride carbonica e sono inoltre presenti idrogeno solforato, metano, idrogeno. In molti impianti, in relazione sia al contenuto d’incondensabili che alle caratteristiche del territorio, i gas in uscita dalle centrali vengono trattati con appositi impianti per abbattere, prima dell’immissione in atmosfera, l’idrogeno solforato e il mercurio – prosegue Termine -. Questo gas prodotto anche da manifestazioni geotermiche spontanee (fumarole) e da attività termali, è caratterizzato da uno sgradevole odore di uova marce, percepibile già a concentrazioni molto basse. Considerate le peculiarità del territorio italiano e in particolare della Toscana, dove sono ubicati gli impianti per la produzione geotermoelettrica sono state adottate, da tempo, scelte progettuali per ridurre l’impatto sul territorio. Il sistema AMIS ha consentito l’abbattimento dell’80-85% delle emissioni degli impianti geotermici. L’impatto sulla qualità dell’aria è quindi sostanzialmente trascurabile, la buona qualità dell’aria è certificata anche dai periodici rapporti emessi da ARPAT”.
“Appare infine azzardato introdurre il concetto di zonizzazione, dell’individuazione, cioè, di aree specifiche per tipo di geotermia perché non è possibile definire a priori quale geotermia sia presente in un determinato ambito territoriale. La finalità dei permessi di ricerca è proprio quella di definire se e quale risorsa esiste in un determinato territorio e “caratterizzarla” individuando le caratteristiche chimico fisiche per poi poterla classificare. Fare prima una discriminazione delle aree vuol dire fare un lavoro di preclusione a priori di una risorsa definita strategica a livello nazionale”.