di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Un passato da direttore generale di Empoli, nella Roma dello Scudetto, a Palermo e a Nizza. Poi il passaggio alla Fiorentina, e successivamente consulente esterno per Cesena, Avellino, Pescara e Pisa. Fabrizio Lucchesi ha fatto del calcio una professione, è lui stesso a raccontarlo agli studenti dell’Isis Fossombroni che hanno nel nuovo indirizzo sportivo, una possibilità in più sotto il profilo occupazionale. «Oggi, se pensiamo al mondo del calcio, ci immaginiamo una professione affascinante e vissuta da atleta. In realtà solo pochissimi di quelli che ci provano riescono a “sfondare” e a giocare in Serie A -spiega Lucchesi -. Ma il settore calcistico da quindici anni a questa parte è cambiato profondamente. Prima le società erano associazioni, oggi sono aziende. Per questo le possibilità d’impiego in questo settore sono aumentate, ma è chiaro che servono persone qualificate e specializzate».
Lucchesi ha anche spiegato come si è originato questo cambiamento: «In passato i proventi delle società derivavano per l’85% dalla biglietteria. Al giorno d’oggi queste entrate si sono ridotte al 13% del fatturato. Il cambiamento lo ha portato la televisione. Con i diritti televisivi è cambiato tutto, ma sono entrati anche nuovi concetti, come il merchandising che in passato non veniva minimamente considerato». Lucchesi poi, ha parlato del suo accostamento al Grosseto: «Sì, è vero, con un possibile cambio di scenario e di proprietà si poteva concretizzare qualcosa. La categoria non era molto stimolante, ma la piazza sì».