GROSSETO – «Finalmente una indicazione chiara nel merito della annosa disputa sul computo delle aree industriali soggette alla applicazione delle tasse sui rifiuti». Queste le parole di Antonio Capone, direttore Confindustria Grosseto.
Grazie ad un quesito di una azienda associata al sistema confindustriale, il dipartimento delle Finanze ha chiarito che sono intassabili le aree sulle quali si svolgono lavorazioni industriali o artigianali, che sono generalmente produttive in via prevalente di rifiuti speciali, poiché la presenza umana determina la produzione di una quantità non apprezzabile di rifiuti urbani. Pertanto, secondo il dipartimento delle finanze, non può ritenersi corretta l’applicazione della Tari alle superfici specificatamente destinate alle attività produttive, con la sola esclusione di quella parte di esse occupata dai macchinari.
Il dipartimento ha precisato che i magazzini intermedi di produzione e quelli adibiti allo stoccaggio di prodotti finiti, nonché le aree scoperte asservite al ciclo produttivo e che risultano produttive, in via continuativa e prevalente, di rifiuti speciali non assimilabili, devono considerarsi anch’essi intassabili.
Tali esclusioni operano ex lege, a prescindere dall’intervento regolamentare dei comuni.
A tale riguardo, viene precisato che il potere riservato ai comuni per individuare, con proprio regolamento, le superfici da sottrarre all’assimilazione e, dunque, alla tassazione, in quanto produttive, con carattere di prevalenza, di rifiuti speciali non assimilabili, può essere esercitato nel ristretto ambito consentito dalla legge.
Conseguentemente, i comuni possono individuare ulteriori superfici da escludere a tassazione rispetto a quelle già escluse ex lege.
«Si tratta di un importante chiarimento – aggiunge Capone – la cui applicazione interessa tutte le imprese associate. Confindustria ha chiesto al dipartimento delle Finanze di ufficializzare la risposta fornita all’impresa associata, diramando una apposita risoluzione».
«Confindustria Grosseto sta invitando i Comuni a condividere con urgenza quanto emerso dalle indicazioni del dipartimento e a definire le ulteriori superfici da sottrarre all’assimilazione e, quindi, dall’ambito applicativo della Tari. Riteniamo che questa indicazione sia il logico risultato di una battaglia che da tempo Confindustria porta avanti per ripristinare un corretto comportamento circa le aree industriali a cui applicare le tasse sui rifiuti atteso che le stesse sono di fatto, in molti casi, già soggette a costi legati allo smaltimento dei rifiuti industriali così detti speciali. Ci aspettiamo ora una repentina risposta da parte dei Comuni a valere sulla tassazione fino ad ora applicata e naturalmente per il futuro».