a cura di Giulia Carri
NITRA – Andrea Spadola 40 anni di Grosseto. Vive a Nitra in Slovacchia dove lavora come Senior Planning Engineer nel Progetto di Costruzione dei gruppi 3 e 4 della Centrale Nucleare di Mochovce.
Dove hai studiato e dove hai cominciato a lavorare?
“Ho studiato a Firenze in una scuola d’ingegneria specializzata in sistemi informativi territoriali. Al termine della scuola, con un collega universitario abbiamo fondato un’ azienda con sede a Grosseto dove ci occupavamo di Cartografia, Geodesia e Sistemi Informativi.
I nostri principali clienti erano le maggiori Società Cartografiche Italiane, Società di Ingegneria ed Autorità di Bacino. Il business intrapreso ci ha portato a lavorare in tutta Italia con alcune trasferte in Europa.
Quando hai deciso di cambiare carriera?
“Nel 2003 ho avuto la possibilità di fare un corso di formazione Total Quality Management organizzato dal COAP di Grosseto e finanziato dalla comunità europea, durante il quale ho avuto modo di affrontare temi relativi al management. Durante questo percorso ho capito che gli aspetti Gestionali di un processo mi affascinavano molto di più degli aspetti puramente tecnici, ed ho deciso di investire su un futuro professionale diverso. Dopo il corso ho fatto uno stage formativo presso il dipartimento di Qualità dell’Azienda Vemar Helmets S.r.l. di Grosseto con cui ho collaborato per 5 anni, 2 nel ruolo di Quality Assurance Manager, e 3 nel ruolo di Direttore di Produzione.”
Poi cosa è successo?
“Da sempre ho avuto la curiosità di lavorare in una dimensione internazionale, dove è possibile confrontarsi con persone e culture differenti da quelle dove sono cresciuto. Alcuni conoscenti mi hanno messo in contatto con un’azienda con sede legale a Roma (Projecta Monitoring S.r.l.), specializzata in controllo di progetto, che offre servizi di consulenza alle Aziende impegnate nella costruzione di progetti nel settore Energia, Oil&Gas ed infrastrutturale. Con loro ho iniziato una carriera che in pochi anni mi ha portato dal ruolo di Planner (pianificazione delle attività di Ingegneria, Procurament e Costruzione) fino all’attuale qualifica di Project Control (Controllo di progetto in termini di Tempi, costi, progresso, carichi di lavoro, realizzazione della reportistica per Executive Management, Stakeholders e Shareholders). Questa collaborazione è partita nel 2008, anno in cui ho iniziato a lavorare sul progetto di costruzione della Centrale Elettrica a carbone di Torvaldaliga Nord, a Civitavecchia. Nel 2012 sempre con la stessa azienda ci siamo spostati a Nitra in Repubblica Slovacca, dove assistiamo Enel S.p.A. e Slovenske Elektrarne per la realizzazione di due gruppi nucleari di produzione di Energia Elettrica.
Avevi mai pensato di trasferirti all’estero?
“Sapevo che sarei partito se si fosse presentata l’occasione. Lavorare in contesti internazionali e di largo respiro è sempre stata una delle mie aspirazioni. Volevo mettermi alla prova in dimensioni lavorative più ampie e per me stimolanti, confrontarmi anche con culture diverse. Quando l’azienda di Roma mi ha dato questa opportunità, ho accettato senza avere dubbi.”
Come è oggi vivere in Slovacchia?
“Dopo tre anni posso dire di cominciare ad integrarmi. La Slovacchia è un paese complesso. Si porta ancora dietro il retaggio delle politiche comuniste e si sta integrando voracemente in un sistema economico capitalista. Questo passaggio e recupero temporale rispetto ad i “Cugini della prima Europa” ha dato vita ad un effetto leva, che ha aumentato il divario tra benestanti e classi sociali meno fortunate. Con il venire meno della tutela dello Stato, chi aveva competenze, professionalità e capitali ha è riuscito a fare business nella nuova economia basata sulla competizione, mentre gli altri, a causa dei bassi salari e della riduzione dei benefici statali, hanno abbassato la qualità della loro vita. Il benessere non è equamente distribuito e questo lo si avverte immediatamente, sia da un punto di vista sociale che culturale.
E la tua vita sociale?
“Vivo molto la comunità internazionale della città e non parlo lo Slovacco perché è una lingua ostica. Non sento la necessità di impararlo in quanto il progetto su cui lavoro usa solo la lingua inglese. Gli Slovacchi sono persone inizialmente chiuse e diffidenti, ma una volta instaurato un rapporto di fiducia risultano piacevoli. La curiosità e l’apertura mentale sono gli elementi che contraddistinguono le persone slovacche di mia conoscenza. Questa caratteristica sicuramente li contraddistingue dalla media della popolazione e gli permette di frequentare questa isola internazionale che si è sviluppata dentro la comunità slovacca, all’interno della quale possono conoscere persone e culture provenienti da tutto il mondo.”
Torni spesso in Maremma?
“Torno quando posso ed è sempre bello. Gli amici, gli affetti veri, non cambiano la loro natura né con la distanza né col tempo, piuttosto si rafforzano. Ogni volta rivedere queste persone è come non essere mai andato via.”
Rimarrai in Slovacchia?
“Sicuramente rimarrò nel progetto fino a tutto il 2015, poi valuterò. La mia è una professione molto specialistica e molto richiesta. L’energia dà molte possibilità di carriera ma c’è bisogno di più professionisti per soddisfare la crescente domanda del settore. In merito a questo, con il mio attuale boss, stiamo valutando la possibilità di realizzare una scuola di formazione specializzata in project control e planning, con riferimento alla costruzione di impianti industriali nel settore Energia, Oil&Gas ed infrastrutturale.
Vorremmo dare questa opportunità all’Italia, ma purtroppo le complicazioni burocratiche non facilitano questa idea di progetto, mettendone in discussione la fattibilità in territorio nazionale. Un vero peccato per i giovani italiani che potrebbero trovare una posizione gratificante e dare il loro contributo in questo settore.”