GROSSETO ā Oltre mille e cinquecento disoccupati in piĆ¹ allāanno: dal 2012 ad oggi gli iscritti nei registri del Centro per lāimpiego sono passati da 26mila 850 agli attuali 30mila 453. La situazione del mercato del lavoro in provincia di Grosseto non dĆ segnali di miglioramento. Il tasso di disoccupazione, infatti, continua a crescere segnando, nel primo semestre del 2014, un sensibile incremento del numero di disoccupati di oltre 3mila 300 unitĆ rispetto al 2012. Permangono elevati e preoccupanti livelli di disoccupazione di lunga durata.
āSi tratta della disoccupazione amministrativa ā sottolinea il presidente della Provincia, Leonardo Marras ā quella calcolata sulla base del numero di persone che si rivolgono al Centro per lāimpiego. Questo significa che la situazione complessiva ĆØ anche piĆ¹ drammatica di quello che giĆ appare da questo report. Ć necessario applicare al mondo del lavoro nuovi strumenti che, insieme con altri, possano tentare di invertire questa drammatica tendenza.ā
La componente femminile (18.242 unitĆ su un totale di 30.453 disoccupati) continua a rappresentare la quota maggioritaria di disoccupati, crescendo in termini assoluti in modo superiore rispetto al target maschile. Nel confronto fra fasce dāetĆ , la maggioranza ĆØ composta da iscritti tra i 35 ed i 44 anni, che superano di poco le 8mila unitĆ .
āIl tempo indeterminato ĆØ ormai un contratto in via di estinzione ā continua Marras -: la gamma dei contratti flessibili ĆØ un catalogo del precariato che non solo non costruisce benessere, ma toglie prospettiva ai lavoratori. Lāarticolo 18 non impedisce certo i licenziamenti: ĆØ soltanto una diga teorica e per pochissimi. La classica cassa integrazione, poi, ĆØ uno strumento passivo che serve spesso a ritardare la perdita del posto. Occorre quindi porsi il problema della produttivitĆ del lavoro, senza essere costretti alla competitivitĆ al ribasso sulla pelle di chi produce. Ć necessario semplificare, ridurre la giungla del mercato del lavoro, estendere diritti di sostegno e formazione a chi ĆØ costretto a ricercare una nuova occupazioneā.
Tra i dati che indicano una tendenza in positivo, gli avviamenti al mondo del lavoro: dopo il crollo tra il 2012 ed il 2013 di 2mila 700 unitĆ , nel 2014 i nuovi contratti ā di qualsiasi tipo e di qualsiasi durata ā sono risaliti questo anno a 27mila 183 dai 25mila680 dellāanno precedente.
āLa Provincia, con il progetto Utili, ha attivato una forma di sostegno proattivo alla ricerca di lavoro ā conclude Marras -, ma senza un intervento del Parlamento che disegni un nuovo welfare non ci puĆ² essere reale soluzione. Occorre, tuttavia, fare ancora di piĆ¹: sono necessari investimenti pubblici e la ripresa di quelli privati, grazie a sburocratizzazione, riduzione delle tasse e credito alle imprese. Senza, sarĆ difficile creare nuova occupazione per i giovani e per le donne. Spero che la discussione di questi giorni serva ad affrontare i problemi partendo proprio dalla realtĆ e non dalla necessitĆ di posizionamenti che fanno male ai lavoratori e alle imprese. Meglio questo che accapigliarsi e resistere nella difesa strenua dello statu quo che non corrisponde ā basta soffermarsi un secondo sui dati ā alla realtĆ del mondo del lavoro, a partire dal nostro territorio.ā