CINIGIANO – «La notizia del sequestro dell’impianto di biomasse di Camone nel comune di Cinigiano con l’accusa di truffa aggravata a danno allo Stato per 1 milione e 300 mila euro disvela finalmente un intreccio con la politica che ha caratterizzato il Comune di Cinigiano negli ultimi 25 anni». A parlare è Giovanni Barbagli Capo gruppo Lista Civica A/gentecomune che prosegue «La filiera dei rifiuti iniziata con la discarica di Monte Mario e proseguita con l’impianto di Camone e con il tentativo sventato dai cittadini per la costruzione del coogeneratore di S.Rita. È certamente una delle responsabilità degli amministratori che si sono alternati (sempre dello stesso partito guarda caso) all’amministrazione di Cinigiano. La stampa infatti riferisce delle responsabilità di Marzio Scheggi già sindaco e presidente della società Agri Power».
«Come lista civica – prosegue Barbagli – avevamo chiesto con una nostra mozione discussa nella prima seduta del Consiglio comunale di affrontare la questione morale su due precise responsabilità: l’intreccio affari politica e l’urbanistica contrattata. La maggioranza ovviamente la bocciò e proprio il sindaco ci accusò di moralismo. Ora che uno di questi episodi si è trasformato in reato, il sindaco Romina Sani si trincera dietro un non comment. Troppo comodo ora stare zitta, venga invece a rispondere alla nostra interrogazione presentata al Consiglio su quali sono le responsabilità tecniche e politiche in questa vicenda, su chi ha deciso questo tipo di interventi, su chi li ha avvallati, su chi li ha sostenuti direttamente e indirettamente».
Barbagli ha anche presentato un’interrogazione proprio per sapere se ci siano responsabilità politiche e per conoscere il coinvolgimento dell’ex sindaco Marzio Scheggi nella vicenda dell’impianto di Camone».