di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
ALBERESE – E’ stato un incontro molto partecipato quello organizzato dalla Cgil di Grosseto all’interno della campagna nazionale “Riformo io!”, per una pubblica amministrazione al servizio del cittadino. Annunciata come una sorta di rivoluzione, la riforma della pubblica amministrazione del governo Renzi, si è ridotta, secondo la Cgil, ad una serie di ritocchi parziali, nella logica dei tagli a risorse e investimenti. In realtà, come spiegato dal sindacato durante l’introduzione della campagna nazionale, nessun vero beneficio è toccato ai cittadini, al fronte di ulteriori limiti e appesantimenti dell’azione amministrativa e nuove penalizzazioni per i dipendenti pubblici. Dalla proposta della Cgil, invece, emergono altri spunti, come la semplificazione delle regole con tanto di adempimenti burocratici, senza però abbassare la guardia sulla legalità. Più flessibilità per il pensionamento, favorendo così il rinnovamento generazionale del personale. Aspetti a cui si aggiungono l’equiparazione delle regole per lavoratori pubblici e privati, una dirigenza responsabile e controllata attraverso valutazioni fatte sui risultati prodotti, investimenti su tecnologia per una via telematica più semplice e regole che salvaguardino dalla corruzione e dalle infiltrazioni criminali.
«Per tanti aspetti la Maremma è sempre stato un territorio di confine, che nonostante quello che accade non si rassegnerà mai ad essere messo ai margini – ha detto il segretario generale di Cgil Grosseto Claudio Renzetti -. L’iniziativa di oggi prima di tutto ha l’ambizione di far confrontare cittadini, lavoratori, imprese, amministratori, ragionando sul merito delle nostre proposte di cambiamento che partono da un punto di vista diverso: la pubblica amministrazione come “bene comune” di cui c’è ancora più bisogno. Oggi partiamo dalle nostre idee, che traggono la loro fonte di ispirazione dai bisogni e dal buon senso, producendo esempi concreti del territorio». Concetti chiari, quelli espressi da Cgil, anni di tagli lineari alle autonomie locali, in particolare a chi era stato più virtuoso, hanno penalizzato gli Enti locali senza produrre benefici, ed aggravando problemi già gravi. «La modifica del Codice degli appalti è una priorità indifferibile, perché l’attuale sistema è farraginoso e lento, ma è altresì permeabile a infiltrazioni mafiose e alla corruzione, che tante risorse sottraggono allo sviluppo, e rimandarla ai tempi biblici di un disegno di legge crediamo che sia profondamente sbagliato – prosegue Renzetti -. La pubblica amministrazione non è uguale per tutti: troviamo eccessive alcune retribuzioni di alti manager e scandaloso che non si intervenga sulle innumerevoli ed iper retribuite consulenze. Pensiamo sarebbe giusto rinnovare contratti di lavoro scaduti da oltre 5 anni. Non solo per l’adeguamento economico al costo della vita, ma anche perché vorremmo che fosse reintrodotta la possibilità di fare contrattazione per migliorare la qualità dei servizi».
«Non è possibile che di fronte a tanta concretezza e responsabilità si risponda con il silenzio, con una battuta delle solite che oramai fanno ridere sempre meno persone, e si provi a tirare dritto. Su temi così importanti la Cgil non giocherà mai in difesa, e con le nostre proposte vogliamo dimostrare che non c’è da una parte chi tenta di conservare il vecchio e dall’altra chi prova ad introdurre innovazione nonostante le resistenze di certa gentaglia – conclude Renzetti -. C’è bisogno di riforme davvero rivoluzionarie ed epocali che semplifichino dalla troppa burocrazia e facciano accorciare i tempi di attesa per le autorizzazioni e agli sportelli, e che ridiano dignità alla scuola pubblica mortificata da oltre 20 anni di destrutturazione pianificata; dove sarebbe bene che si arrivasse davvero all’assunzione dei 150.000 precari, sono anni che lo diciamo indicando che porterebbe anche un risparmio, ma dove non si capisce il senso di dare il potere assoluto ai singoli presidi, un uomo solo al comando, il modello Marchionne esportato anche nella scuola. Per attuare le nostre proposte forse ci verrebbe troppo coraggio, non cercate la roba che ho detto nelle riforme Madia e Giannini, perché non c’è stato il coraggio di andare ad intaccare i privilegi dei soliti noti e di quello di cui vi ho parlato, non troverete nemmeno un pezzetto».