GROSSETO – La necessità di riconoscere la centralità dell’agricoltura nel piano di indirizzo territoriale, così come dichiarato recentemente sul quotidiano La Repubblica dall’onorevole Luca Sani, riscuote il consenso di Coldiretti Grosseto. “Sono parole importanti che giungono in un momento cruciale” ci tiene a sottolineare Francesco Viaggi, presidente della federazione provinciale. Dopo che la Regione Toscana ha reso nota la sua posizione, con una prima bozza, non sono mancate le polemiche e le preoccupazioni per l’idea di sviluppo che Firenze vorrebbe realizzare.
Forse le voci più ascoltate sono state quelle delle etichette blasonate del vino ma i malumori, non nasconde Viaggi, ci sono anche in tante aziende, nelle associazioni del comparto rurale e nel vasto indotto. “Il presidente Rossi – prosegue Viaggi – invita a non allarmarsi perché la regione esprime solo un parere. Peccato che proprio a questo dovranno far riferimento tutte le amministrazioni sul territorio in fase di pianificazione”. Invece, secondo Coldiretti, per creare vero sviluppo economico e occupazionale – pur mantenendo la tutela del paesaggio – e fare una concreta prevenzione contro il dissesto idrogeologico, l’unico approccio auspicabile é quello di mettere l’agricoltura al primo posto senza inutili vincoli pseudo-estetici.
“Lo dice la nostra storia – conclude il presidente di Coldiretti Grosseto – il paesaggio toscano così apprezzato, nel caso della Val d’Orcia riconosciuto anche patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è frutto del lavoro degli agricoltori e degli allevatori che nei secoli lo hanno plasmato con fatica e tanto sudore. Oggi, questo lavoro crea benessere e sviluppo al riparo dalle sciagurate delocalizzazioni. L’approccio della regione non ci piace. Pensare di far modellare il paesaggio da giardinieri granducali, come qualche secolo fa, non lo accettiamo. La Maremma non è Boboli. E Firenze se ne deve fare una ragione”.