di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Lo spiraglio aperto dall’avvento del commissario ministeriale Paolo Coscione, fa trapelare un cauto ottimismo per i posti di lavoro della ex Mabro da tempo a rischio. Un patrimonio occupazionale di 200 unità che questa mattina si è ritrovato in assemblea nella sala mensa della fabbrica. Le maestranze si sono riscoperte più unite che mai, dopo un periodo piuttosto buio, segno evidente che le possibilità di riprendere a lavorare rappresentano l’aspetto principale che accomuna tutti i dipendenti. L’interesse verso l’azienda di via Senese, da parte di possibili compratori, sembra essere piuttosto assortito e non è da escludere che una nuova alba, dopo il bando di cessione che verrà pubblicato a giorni, possa sorgere proprio dalle parti della Mabro che, a livello di struttura e come fabbrica, in questo momento non ha molto da offrire, ma può far leva sulla professionalità delle maestranze. In sintesi, un vero e proprio tesoretto per chi andrà a rilevare le sorti dell’azienda di abbigliamento.
La linea portata avanti dalle Rsu scorre finalmente su di un unico binario, l’ascia di guerra che aveva segnato l’epoca delle divisioni interne tra colleghi della stessa azienda, è stata sepolta, contrassegnando un altro passaggio fondamentale della vicenda: se ci sarà lavoro, tornerà anche l’armonia. In fin dei conti non è un mistero che la spaccatura più profonda si sia verificata nel periodo di maggiore crisi economica e che spesso, per convenienza, i lavoratori siano stati messi uno contro l’altro. Certo, è ancora presto, ovviamente, per tracciare un bilancio positivo di una vertenza piuttosto dolorosa, che qualche strascico rischia comunque di lasciarlo. La comune linea guida resta quella di una Prodi-bis che nel giro di poco tempo dovrà stabilire se la svolta significativa tanto attesa andrà in porto. Certo è, come evidenziato più volte dalle Rsu, che dopo tanti passaggi a vuoto, c’è necessità di trovare imprenditori seri che portino fuori dalle sabbie mobili la Mabro.