SCARLINO – Il caso Solmine non cessa di sollevare polemiche e anzi coinvolge anche la politica follonichese. Il consigliere di Forza Italia Sandro Marrini chiede infatti che a prendere posizione sia anche l’amministrazione della città del Golfo. Il caso, afferma Marrini, «non deve lasciare indifferente l’amministrazione del Golfo, l’unica finora a non aver preso posizione su quanto accaduto: in pratica sono emerse irregolarità nelle emissioni che (a quanto pare) vanno avanti da tempo, ai danni della popolazione del territorio. E quando si parla di popolazione non si intendono solamente i cittadini di Scarlino, ma anche di quelli di Follonica, che tra l’altro sono i più numerosi e – in alcuni casi – i più vicini all’impianto al polo chimico del Casone. Come consigliere comunale e rappresentante locale di Forza Italia chiedo al sindaco di Follonica Andrea Benini e all’assessore all’ambiente Mirjam Giorgieri di chiarire quale è la posizione del Comune di Follonica e soprattutto di informare la città su quanto accaduto e su quanto si intende fare per fare in modo che problemi di questo genere non si ripetano». Marrini conclude chiedendo un’assemblea congiunta con Scarlino.
Il Movimento 5 Stelle di Follonica ha invece inviato una lettera al sindaco e all’assessore all’ambiente, per chiedere un’assemblea pubblica: «Le ispezioni Ispra hanno accertato per ben 7 anni il verificarsi di sforamenti nell’emissione in aria di anidride solforosa e la mancata ottemperanza, da parte della Nuova Solmine, al decreto AIA. La decisione di non rendere pubblici tali risultati invece di darne una tempestiva e puntuale informazione è a dir poco un atteggiamento irresponsabile. Poiché le conseguenze in termini di sicurezza ambientale e della salute pubblica interessano soprattutto il comune di Follonica la cui popolazione, per la vicinanza al sito industriale viene sottoposta quotidianamente al rischio degli agenti inquinanti, riteniamo indispensabile e urgente pretendere chiarezza sull’intera vicenda e informare la cittadinanza. A tale scopo il M5S chiede formalmente al Sindaco e all’assessore all’ambiente di indire un’assemblea pubblica alla presenza dei tecnici degli enti preposti ai controlli ambientali, ASL, Arpa t e Ispra».
Rifondazione comunista parla invece del rapporto tra difesa dell’occupazione e ambiente. «Si apre nell’Alta Maremma una grave possibilità di vertenza a cui la politica, ad ogni livello (locale, provinciale e regionale), non ha saputo e non ha voluto imporre linee guida. Intendiamo prima di tutto difendere gli interessi dei lavoratori, nella vicenda che vede la Nuova Solmine colpevole di non aver ottemperato alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente, malgrado numerosi solleciti e proroghe. Tale pendenza è sfociata nella trasmissione, da parte dell’ISPRA, alla Procura della Repubblica riguardante l’esito del controllo. La dirigenza Nuova Solmine afferma d’essersi messa in regola, per le emissioni, lo scorso giugno. Siamo di fronte all’ennesimo esempio d’un contenzioso che, per la sistematica incapacità della politica, talmente evidente da far pensare a vera e propria connivenza, finisce per degenerare nella doverosa azione giudiziaria. Enti locali, Provincia e Regione sono state per anni a guardare, acconsentendo a dilazioni e rinvii, creando alibi più o meno plausibili che hanno consentito alla Nuova Solmine di operare mettendo da parte i propri doveri verso la legge, l’ambiente ed il territorio. Il lavoro si conserva anche mantenendo i cicli produttivi efficienti e all’avanguardia. La responsabilità a nostro giudizio ricade anche sulle forze sindacali presenti all’interno dell’impianto, ignorando totalmente la problematica e non attivandosi per risolverla. Questa negligenza mette a repentaglio i posti di lavoro non solo della Nuova Solmine ma anche di Tioxide, primo acquirente di acido solforico necessario al suo ciclo produttivo».