GROSSETO – “Non lasceremo che gli interessi di un’unica azienda mettano a rischio il modello di sviluppo sostenibile della Maremma.” Con queste parole Francesco Viaggi, presidente di Coldiretti Grosseto, interviene sull’ipotesi di un maggior sfruttamento delle risorse geotermiche dell’Amiata con la creazione di ulteriori impianti, uno di questi a Montenero d’Orcia. “E’ bene esser chiari – prosegue Viaggi – Su questo siamo pronti a dare battaglia.”
Tutto nasce con la richiesta della società Gesto Italia di procedere a ulteriori ricerche di nuovi serbatoi geotermici da sfruttare in provincia di Grosseto. Nei progetti dell’azienda anche la costruzione di un impianto proprio nel territorio del paese immerso in due importantissime aree vitivinicole di pregio, il Brunello di Montalcino e il Montecucco di Cinigiano. “Che garanzie abbiamo – continua Viaggi – sulla natura delle sostanze emesse da questo impianto e che poi ricadrebbero a pioggia su tutte le produzioni locali? Cosa sappiamo realmente del ciclo di svuotamento delle acque del sottosuolo e della susseguente stabilità del terreno in caso di eventi sismici?” A rischio però, secondo il presidente della federazione provinciale, non ci sono solo i due grandi vini ma anche le altre produzioni di pregio di questa parte della Maremma.
“Stiamo parlando di un territorio – sempre Viaggi – che é rinomato anche per il suo olio, così unico e caratteristico. Per la sua Castagna Igp, senza tralasciare gli altri frutti dei suoi boschi come funghi e tartufi. Su questi e altri prodotti di pregio si é sviluppata, con fatica e tanti investimenti, un economia che negli anni ha prima fermato lo spopolamento e poi portato benessere per poi creare anche un indotto di tutto rispetto. Coldiretti non é contraria alle politiche di sostenibilità. Anzi, ne siamo noi i primi fautori e i primi sostenitori. Ma di fronte a progetti del genere, così impattanti per il territorio, ci troviamo a dover dire di no, con forza e determinazione. Lo sviluppo rurale del nostro territorio non è un bene negoziabile. Anche perché, spesso, non ci si può tornare indietro e operazioni di recupero ambientale si sa bene quanto costino in termini di tempo, denaro, fatica. E si sa bene come, sovente, fare scelte poco adeguate portino a devastare interi tessuti sociali, memorie e culture.”