di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
RISPESCIA – Tutto dovrà tornare come prima, anche se c’è la consapevolezza che mai sarà come prima del naufragio della Costa Concordia. I fondali di Isola del Giglio però, sono un patrimonio ambientale da tutelare anche in nome del turismo. Ne è fermamente convinta Legamnbiente, così come il sindaco Sergio Ortelli che durante il dibattito sulla tematica intravede l’uscita fuori dal tunnel per una vicenda drammatica: «Ancora pochi metri da compiere – dice -, oggi la Concordia non c’è più, ma il lavoro non è ancora finito. L’isola ha subito grandi violenze psicologiche e sociali: per le vittime, per la comunità, per l’ambiente».
Il lavoro di ripristino dei fondali, si preannuncia tuttavia ancora complessa, come spiega Maria Sargentini, presidente osservatorio di monitoraggio della Concordia. «Il danno ambientale è effettivo ma abbiamo una certezza: fuori dal cantiere non ci sono nessun tipo di criticità. La vicenda della Concordia scriverà la parola fine solo dopo la rimozione dalle strutture sui fondali e il ripristino ambientale degli stessi. Essenziale adesso capire lo stato effettivo della situazione e qual è l’operazione migliore per restituire al giglio il miglior mare possibile. Importante capire lo stato dell’arte dei circa 1300 sacchi di malta cementizia serviti, dopo il raddrizzamento, a creare quel “materasso” su cui è stata adagiata la chiglia e la pancia della nave. Sicuramente c’è stata la perdita di malta sotto le strutture, area dove non sono state possibili effettuare ancora delle ripuliture. Nel complesso il monitoraggio dovrà durare 5 anni».
«Per portare via la Concordia è stata fatta un’operazione di grande rilievi dal punto di vista tecnologico – afferma Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente -, adesso ci aspettiamo che anche il ripristino dei fondali abbia la stessa valenza». Si parla anche di tutelare l’area marina che interessa l’Isola del Giglio, come spiega Giampiero Sammuri, presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano: «Potrebbe essere una opportunità di confronto, al Giglio non c’è Parco dell’Arcipelago al momento, ma si potrebbe mettere in atto ciò che accade a Capraia, con il passaggio da zone di salvaguardia a aree protette». Per il presidente della Provincia Leonardo Marras «La Concordia non si potrà mai cancellare e nessuno potrà riportarci indietro di due anni e mezzo. Ringrazio Legambiente perché ha dato risalto al dibattito come associazione. C’è il sollievo perché la Concordia non c’è più, ma niente sarà più come prima».
«Al Giglio – conclude Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – si faccia un’area marina protetta che garantisca i gigliesi, i pescatori e i diving locali e che favorisca un diporto sostenibile, il grande cantiere ambientale della Gabbianara e le Scole potrebbero diventare aree “entry e no touch” aperte a visite guidate subacquee, nelle quali il ricordo del dramma della Costa Concordia ed il ricordo delle vittime conviva con la magnifica vita sottomarina dell’Isola del Giglio».