a cura di Marco Gasparri*
Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”.
Sono ancora dei “prototipi”, ma i Google glass cominciano a trovare applicazioni professionali in vari settori.
Come è noto, si tratta di un dispositivo montato sopra un paio di occhiali che, grazie a uno speciale display, arricchisce il campo visivo dell’operatore con dati di varia natura . Questi dati possono essere richiamati dall’operatore stesso tramite comandi vocali, con movimento oculare, oppure utilizzando il touch pad a lato dell’astina degli occhiali e vengono poi trasmessi, attraverso una connessione wireless, direttamente alla rete. Ciò permette di collegare situazioni anche molto lontane tra loro e consente a diversi operatori di dialogare a distanza simultaneamente consentendo loro una ampia libertà di movimento.
Saranno forse banditi da bar e ristoranti per problemi di privacy, ma si stanno diffondendo nelle sale operatorie. Negli USA sono molti gli ospedali che li stanno sperimentando, ma sono arrivati anche in Italia.
VitalMedicals, spin off dell’Univesrità di Stanford, ha già realizzato una app che invia agli occhiali i parametri vitali del paziente, compresi gli allarmi in caso di valori preoccupanti. Il prossimo passo sarà permettere al chirurgo di visualizzare con i comandi vocali le immagini di radiografie e altri test preoperatori, insieme a quelle degli strumenti che già ora guidano le sue mani, come fluoroscopi, ultrasuoni ed ecografie.
Il chirurgo, insomma può tenere sotto controllo e richiamare tutti questi dati senza usare le mani, evitando quindi anche che vengano a contatto con superfici potenzialmente poco pulite. Avere i dati sempre presenti porta più efficienza e a prendere decisioni migliori quando si ha poco tempo a disposizione.
Questi dispositivi sono sbarcati anche in Italia all’Humanitas di Rozzano, dove un’equipe medica ha già sperimentato gli occhiali intelligenti per la formazione dei medici. I Google glass lavorano “affiancati” a uno smartphone e ne rappresentano la componente indossabile, visualizzando sulla lente tutte le funzioni. Con semplici comandi vocali permettono di realizzare foto e video da trasmettere attraverso una rete Wi-Fi. In questo modo, una platea di osservatori a qualsiasi distanza può condividere la visione in soggettiva del chirurgo durante l’operazione.
Le applicazioni degli occhiali di Google in ospedale sono, potenzialmente, moltissime: oltre alla didattica per i medici, ci sarà la possibilità di controllare molto più rapidamente i parametri vitali dei pazienti (ed esempio frequenza cardiaca, pressione, saturazione) oppure avere un parere scientifico in diretta con dei colleghi chirurghi che si trovano in Germania, Usa o Inghilterra. Gli anestesisti poi potrebbero beneficiare dei glass durante una rianimazione per avere una visione d’insieme ancora prima di arrivare sul posto.
* Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.