di Sabino Zuppa
TALAMONE – Un accordo di programma tra pubblico e privato potrebbe essere la soluzione di tutti i mali che affliggono il porticciolo garibaldino di Talamone. Una probabile ed a quanto pare auspicata forma di collaborazione attraverso la quale si dovrebbe arrivare a risolvere soprattutto il problema del basso fondale, che già aveva spinto la Capitaneria di porto locale a fare una segnalazione al Comune di Orbetello, durante la scorsa primavera, affinché si occupasse dell’escavazione dell’area portuale.
Ad annunciarlo è il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti, che dopo alcuni passaggi intercorsi in questi mesi con la Regione Toscana, parla in anteprima sul Giunco.net dell’immediato futuro dello scalo marittimo lagunare: «Già dal mese prossimo partirà l’iter che ci consentirà di restituire al porto di Talamone il fondale adeguato ad una navigazione in piena sicurezza – spiega la primo cittadino – una soluzione che Talamone aspettava da anni e che, unita alla riqualificazione dell’argine a mare davanti a Fertilia ed all’escavazione e regolarizzazione del canale Fossino destinato alla nautica sociale, chiuderà il cerchio di una grande operazione di riqualificazione ambientale, portata avanti dalla nostra amministrazione, che mai era stata affrontata e risolta durante l’era del centro destra. Tutto questo sarà possibile in primis grazie alla disponibilità della Regione Toscana che, già con una delibera della scorsa primavera, aveva deciso di destinare fondi alle manutenzione di specchi acquei che avessero le caratteristiche di approdi simili a quelle di Talamone».
Dunque un progetto di manutenzione straordinaria che, per reperire le risorse, dovrà fare leva sull’unione di varie forze, anche di quelle dei privati interessati alla salvaguardia delle aree loro affidate per la nautica. Del resto a Talamone sono svariate le concessioni in atto, la maggior parte delle quali dovrebbero giovarsi della deroga alla direttiva Bolkestein ed essere prolungate: per questo motivo saranno le prime a doversi preoccupare di una sistemazione degli spazi loro riservati. «Sarà un accordo di programma in cui ognuno dovrà fare la sua parte – continua la Paffetti – perché partendo dal fatto che sarebbe dovuto essere il Comune ad accollarsi gli oneri di escavazione, si riuscirà a finanziare l’operazione grazie all’intervento di Regione e privati. La soluzione di tutto seguirà due strade: da una parte cominceremo subito con il progetto che stabilirà le modalità e tempi tecnici dell’operazione ed per questo ci confronteremo anche con le autorità portuali, mentre contemporaneamente – conclude lei – ci occuperemo della sistemazione urbanistica del piano portuale, che è già pronto ma che necessita dei passaggi necessari per l’approvazione».