FOLLONICA – I rilievi erano stati effettuati nell’area di balneazione della Gora, acque sottoposte a controllo sistematico da aprile a settembre proprio per stabilire la qualità della balneazione. I campionamenti hanno rilevato la presenza di scarichi fecali superiori ai limiti di legge.
«In relazione al persistente inquinamento batterico della zona di foce del fosso, il 23 giugno è stata eseguita un’indagine lungo il corso del fosso, con misurazioni in campo dei parametri chimico- fisici e campionamenti delle acque per prove batteriologiche con lo scopo di individuare lo stato di contaminazione – affermano da Arpat -. Il primo sopralluogo è stato effettuato alla presenza di tecnici del Comune di Follonica, che hanno indicato i punti di immissione nel Fosso Gora degli scaricatori di piena della rete fognaria. Il sopralluogo ed i campionamenti sono stati effettuati lungo un tratto di fosso di circa 700 metri partendo dalla foce».
«Lungo l’alveo dei due corsi d’acqua e presso i punti di campionamento non risultavano scarichi visibili, con l’unica eccezione della conduttura adibita al drenaggio delle acque meteoriche osservata nel Petraia presso il ponte di via Roma. Sono presenti alcuni scaricatori di piena della pubblica fognatura nel tratto terminale prima della foce e presso la zona industriale, questi, di regola, si attivano solo durante le piogge». Precisa Arpat.
La presenza di Escherichia colie e Enterococco intestinale nonostante la mancanza di piogge significativa nel giorno precedente i rilievi «depone per la presenza di ingressi anomali di acque domestiche o fognarie nel reticolo di drenaggio delle acque meteoriche – prosegue Arpat -. Il Dipartimento ARPAT di Grosseto ha comunicato al sindaco del Comune di Follonica, alla Società Acquedotto del Fiora ed al Dipartimento di Prevenzione ASL n.9 i risultati di questi accertamenti evidenziando come i due principali corsi d’acqua che attraversano Follonica, fosso Petraia e Gora delle Ferriere, che recapitano nello stesso punto lungo la fascia costiera, presentano un elevato livello di contaminazione fecale. La contaminazione è già presente all’altezza della ex Aurelia; i due fossi, nel loro percorso verso il mare, ricevono apporti significativi di acque inquinate da reflui domestici e/o fognari. Le elevate densità di batteri fecali rilevate – in assenza di pioggia – indicano la presenza diffusa sul territorio cittadino – fino alla sua periferia – di scarichi con contenuto fecale non adeguatamente collettati nella pubblica fognatura».
Per rimuovere il divieto di balneazione dalla zona della foce l’amministrazione dovrà individuare e rimuovere «gli scarichi anomali che si immettono nelle reti adibite al drenaggio delle acque meteoriche e che hanno come recapito finale i due corsi d’acqua presi in esame».