di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GAVORRANO – Nessun giudizio sommario, nessuna scelta affrettata. È questa la posizione dell’amministrazione comunale di Gavorrano sulla questione gessi rossi e sopratutto sulla futura destinazione di questo materiale che rappresenta uno scarto della lavorazione industriale. Di fatto sono classificati come rifiuti non pericolosi, ma proprio perché rifiuti, i gessi prodotti dalla Huntsman di Scarlino debbono essere stoccati in una discarica.
Le voci che si rincorrono da giorni sulla possibilità che i gessi siano portati in una delle cave del comune di Gavorrano, tra cui quella della Vallina tra Filare e il capoluogo, hanno alimentato il dibattito tra i cittadini preoccupati per la questione ambientale. Di fatto ancora non ci sarebbe nessuna indicazione sulla destinazione dei gessi, né tantomeno il luogo esatto dove portarli.
Per il momento il dibattito sull’argomento gessi rossi ha già coinvolto alcune forze politiche. Da parte sua l’amministrazione ha deciso di agire in due direzioni: da una parte partecipare al tavolo regionale attivato su richiesta dei lavoratori e dei sindacati e dall’altra coinvolgere i cittadini in un percorso partecipato che porti a decisioni condivise.
«Il comune di Gavorrano – dice la Iacomelli – non innalzerà bandiere o prometterà barricate, siederà al tavolo promosso tra l’altro dalle parti sindacali, dove si chiede di ricercare insieme una soluzione ad un possibile problema occupazionale che investe gran parte della provincia. E’ la strada più difficile. Ci faremo carico di ciò che vuol dire perdere il lavoro oggi, anche per una famiglia, una sola famiglia. Questo è un agire impopolare?»
«Certo – continua -, forse sarebbe più semplice scegliere il populismo di chi si erge a paladino dell’ambiente, ossia quella del “no nel mio giardino” al solo fine di guadagnarsi quella visibilità e quel consenso che hanno inesorabilmente perso proprio per la scarsa credibilità politica. Il mio è un appello alla responsabilità di tutti. Il mio è un appello alla coesione della nostra comunità perché abbiamo bisogno di essere uniti intorno a quel tavolo per ricercare e conquistare una soluzione che salvaguardi il territorio, l’ambiente e l’occupazione».
«Sono convinta che si debba chiedere a tutte le aziende della filiera un impegno nella sperimentazione e nella ricerca, ma credo anche che dal tavolo debba uscire una soluzione che consenta di salvaguardare centinaia di posti di lavoro. Il lavoro è centrale per essere capaci di futuro. Non abbiamo intenzione di prendere alcuna scelta che vada contro l’interesse dei cittadini, con loro intraprenderemo un percorso partecipato in cui saranno i protagonisti».