GROSSETO – «La recente mozione sulla pedonalizzazione del centro storico ha riportato l’interesse mediatico su questo quartiere troppo a lungo abbandonato a se stesso. Noi residenti abbiamo più volte sottolineato lo stato di degrado in cui versa l’intero quartiere e il nostro disappunto per una mozione che punta a risolvere tutto con la sola estensione dell’area pedonale, ponendola come priorità imprescindibile per una futura riqualificazione, ancora tutta da pensare. Il tutto avviene, paradossalmente, negli stessi giorni in cui una parte di via Saffi viene transennata, transenne che si vanno ad aggiungere a quelle già presenti da tempo immemorabile di fronte all’ex-cinema Marraccini e alla ex-Chelliana». Questo il commento che appare in un comunicato dell’associazione Amici del centro storico di Grosseto e da parte del gruppo Facebook “No alla pedonalizzazione irresponsabile del centro storico di Grosseto”.
«Questa strategia ci è apparsa fin dall’inizio come una mossa puramente propagandistica, per imbonire l’opinione pubblica e attirare l’attenzione di tutti su falsi problemi, come quello delle auto dei residenti in Piazza della Palma, lasciando in ombra altri problemi, ben più importanti e complessi da risolvere (degrado degli edifici, sicurezza pubblica, vandalismo, pulizia) – scrivono i cittadini -. Veniamo tacciati quotidianamente di egoismo, chiusura mentale e addirittura di essere un ostacolo a presunti piani di riqualificazione del centro storico. Il decoro di un quartiere però non è dato dall’assenza delle auto, ma dalla presenza di residenti e commercianti che si fanno anch’essi carico di mantenere vivo il quartiere e di mantenere gli stabili in sicurezza e decoro. La fuga dei residenti e commercianti uccide un quartiere».
«Invitiamo nuovamente il Comune a occuparsi in modo prioritario di problematiche reali, e magari a rendere vivi quegli spazi di aggregazione già esistenti e tuttora sottoutilizzati, piuttosto che crearne di nuovi sacrificando le esigenze dei cittadini e dei commercianti – chiedono i residenti -. Il centro non può vivere solo di movida, vive anche di quotidianità».