SCARLINO – Il giorno dopo la denuncia dei comitati ambientalisti sulla presenza di arsenico nella falda della piana di Scarlino, interviene l’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che fa alcune precisazioni.
«Che la falda acquifera della piana di Scarlino sia inquinata – scrive l’Apra – è noto da tempo, così come della necessità della sua bonifica, come mostrano i dati delle numerose campagne di monitoraggio condotte nella zona dal 2003».
«La necessità – aggiungono da Arpat – della realizzazione di un progetto unitario di bonifica della falda acquifera della Piana di Scarlino è stata sostenuta dall’Agenzia, tant’é che si è pervenuti all’Accordo di programma, stipulato nel 2009 fra la Regione Toscana, gli enti locali, ARPAT, Syndial ed ENI, nel quale fu inserita la previsione di un “piano unitario di intervento sulla falda nella zona del Casone”, da realizzarsi a cura del Comune di Scarlino ed a spese di Syndial e delle altre aziende».
«La proposta di progetto, alla fine è stata consegnata dalla società individuata dal Comune di Scarlino ed ora è all’esame della Conferenza dei Servizi. Su questo progetto ARPAT ha presentato le proprie osservazioni, che dovranno essere recepite. E’ indispensabile ora che si passi presto alla fase vera e propria di bonifica, che dovrà vedere coinvolte, in forma consorziata, tutte le società presenti nella piana del Casone».
S«i evidenzia che le certificazioni di avvenuta bonifica a suo tempo rilasciate dalla Provincia riguardavano la bonifica dei suoli e non della falda. Recentemente l’Agenzia ha anche pubblicato un un approfondito studio tecnico sulla “Definizione dei valori di fondo per alcuni parametri nelle acque sotterranee dei siti in bonifica della pianura di Scarlino, Grosseto (2003-2012) “; studio che dovrà essere considerato dal progetto di bonifica in questione».