di Barbara Farnetani — Tweet to @Babi_Farnetani
GROSSETO – «Questa è stata un’esperienza estremamente positiva anche se forse è più grande di me». Arturo Cerulli, candidato al parlamento europeo per Nuovo Centrodestra fa un bilancio della sua campagna elettorale che ha deciso di chiudere a Grosseto. «Sono sincero, mi ci sarebbe voluto un altro mese di campagna, anche perché oltre alla campagna non ho abbandonato il mio impegno da sindaco – prosegue Cerulli -. Ho puntato la mia campagna elettorale su due temi, quello del sindaco e quello di essere maremmano. Questo perché credo che questa zona sia troppo spesso abbandonata a se stessa e poco considerata dalla politica nazionale. Invece la Maremma va vista in un contesto più ampio. Mi sono mosso in tutta la Maremma, per questo ho scelto di fare la chiusura della campagna a Grosseto che è il cuore di questo territorio».
«Il secondo tema, quello di essere sindaco: in questo momento in cui la gente si allontana dalla politica e vota Grillo noi incontriamo la gente comune, che vive i problemi di ogni giorno, anche quella che era la classe media non sa come pagare le tasse e ha problemi di liquidità. Etutti si rivolgono ai sindaci. Io ho inviato messaggi quotidiani a circa 1.500 contatti, tutte le mie conoscenze, chiedendo loro di sponsorizzarmi, di chiedere alle loro conoscenze, anche se non mi conoscono, di votare per me, ho detto di dire “credete in me, votate per Cerulli”. E anche quando mi sono spostato fuori dalla provincia, a Roma, a Forted ei Marmi, l’ho fatto sempre perché invitato da chi mi conosceva».
Cerulli ha inviato quasi 20 mila sms da metà aprile «Il risultato importante non è la vittoria, ma che in Maremma ci siamo e siamo forti, che la vicinanza ad un sindaco non è la vicinanza ad un parlamentare spesso avulso da problemi reali. Il cellulare da cui ho mandato i messaggi è il mio, quello a cui rispondo sempre a chiunque mi chiami. Io ho basato il mio mandato su certi principi: la trasparenza, la legalità e la vicinanza alla cittadinanza, valore che voglio portare avanti. Sono voluto scendere in piazza perché penso che sia sbagliato lasciare la piazza solo a chi strilla».