ORBETELLO – «Questo 28 di aprile non sarà un giorno come gli altri, bensì sarà un giorno durante il quale la nostra comunità si stringerà nel ricordo, ancora vivido per qualcuno, dei tragici fatti che colpirono il nostro paese in quella stessa data del 1944». A parlare è l’amministrazione comunale di Orbetello «Questo 28 aprile infatti saranno passati settant’anni dal giorno in cui i cacciabombardieri angloamericani, nonostante l’assenza di obiettivi sensibili nella nostra cittadina fino a quel momento risparmiata, oscurarono il cielo e fecero piovere morte sulle case».
«Trentasette persone quel fatidico 28 aprile del 1944 persero la vita e furono strappate all’affetto dei propri cari a causa di quella cosa insensata che è la guerra – prosegue la nota -. Quasi un anno era passato dalla firma dell’Armistizio, eppure per qualche ragione oscura, che la storia non ci ha mai spiegato, Orbetello subì la medesima sorte di altri borghi italiani e le bombe caddero dal cielo, colpendo tutto e tutti indiscriminatamente. Perché è questo che fa la guerra, colpisce tutti senza badare all’età, al sesso, agli ideali. Le bombe, per quanto nelle moderne guerre siano definite dai generali “intelligenti”, non fanno distinzioni e con il loro potenziale esplosivo cancellano tutto».
«Questo 28 vogliamo ricordare quelle trentasette persone – si legge ancora -, i cui nomi sono scolpiti nella lapide di Piazza del Plebiscito a memoria per le generazioni future, quelle trentasette vite che in un pomeriggio di aprile, con la guerra ormai agli sgoccioli, furono spezzata dall’insensatezza di una guerra che da troppo tempo andava avanti. Questo 28 aprile la comunità orbetellana vuole ricordare queste persone, ma vuole anche ricordare i caduti di tutte le guerre, passate e attuali. Lontane dagli occhi dell’opinione pubblica si stanno ancora combattendo guerre che ogni giorno mietono migliaia di vittime civili, intere nazioni sono lacerate da conflitti interni, dovuti spesso a quell’assurda convinzione che un’etnia sia migliore di un’altra. Viviamo in un mondo nel quale la razza umana ha compiuto passi da gigante nei campi della scienza, della tecnologia; viviamo in un mondo nel quale la forma di governo democratica sembra essersi attestata come unica forma di governo possibile. Eppure continuiamo a vivere in un mondo che appare essere perennemente sull’orlo del baratro, con focolai di violenza e venti di guerra che colpiscono molte zone del nostro pianeta».
«Questo 28 aprile vogliamo ribadire il desiderio e l’auspicio che un giorno le armi taceranno per sempre e che finalmente in nessuna parte di questo nostro pianeta azzurro i nostri simili rischieranno di morire per questa follia chiamata guerra – ricorda l’amministrazione orbetellana -. Questo 28 aprile, nel ricordo di Aldamaria Aldi, Carlotta Angelini, Maria Arienti, Franco Baldini, Andrea Barbini, Maria Bausani, Giovanni e Leontina Benvenuti, Elena Bezzi, Ada Biagioli, Luisa Carradori, Isola Catani, Efigenia Cerasa, Angelo Cristallini, Antonia Cucchiaro, Aldo Del Rio, Morina Fioravanti, Leopolda Gentilini, Italo Giacomelli, Giacomo Marri, Biagia Marzali, Anna e Lida Milani, Maria Luisa Mura, Lida e Anselmo Murzi, Cesare Pampanini, Luisa Perillo, Adamo Poggioli, Lucia Porti, Angela Prati, Cristina Rambelli, Elide Raminghi, Minerva Reversi, Divo Ricci, Renato Romei, Achilico Scarponi, Amina Schiano, Giancarlo Scielso e Anna Maria Soatto, vogliamo ribadire che l’unica vittoria sarà quella che non vedrà mai più il genere umano combattere, per nessuna ragione».