a cura di Simone Pazzaglia
Cari amici de IlGiunco.net lasciate che vi presenti un libro candidato allo Strega e scritto da Gordiano Lupi scrittore Piombinese nonché editore della casa editrice Il Foglio.
Calcio e acciaio, sottotitolo Dimenticare Piombino può essere definito a tutti gli effetti una lettera d’amore che l’autore ha voluto dedicare alla sua città scrivendola sotto forma di romanzo ricco di luoghi e soggetti che non si può fare a meno di sentire familiari e vicini.
In certi momenti sembra che le pagine scorrano da sole come in un film proiettandoti in mezzo a strade e vie familiari con i bar dove prendere un aperitivo prima di cena, con i cinema, con ragazzini che si rincorrono, oppure ti ritrovi sulle scogliere a picco sul mare da dove si può pescare, guardare l’Elba nelle giornate buone o semplicemente starsene seduti con lo stomaco in subbuglio accanto a una ragazzina che ti spezza il fiato.
“Pensieri che si rincorrono mentre lo scirocco devasta il promontorio. Soffia dal golfo di Follonica, investe Punta Falcone, lingua di diavolo adirato tra le scogliere”.
Si parla di calcio naturalmente ma anche di situazioni emotive, ricordi, Cinema, i primi amori vissuti sulla riva del mare dopo aver marinato la scuola, “la storia con tutte quelle date…se ne poteva fare a meno. Fantasticare no, invece. Seguire i sogni, che volavano dietro i raggi di soli, immaginare il volo di un gabbiano nei colori dell’arcobaleno, veder partire navi pirata dalle scogliere a picco sul mare. Quelle erano le cose davvero importanti.”, e poi ci sono ancora le acciaierie come luoghi di lavoro da cui fuggire per poi ritornare, ci sono le vie e i locali di Piombino che sono sopravvissuti alla modernizzazione o si sono trasformati perdendo a volte il loro fascino, c’è Cuba, ci sono amori perduti e nuove amicizie che piano piano si trasformano in qualcosa di potente e profondo.
Ci sono gli allenamenti di pallone, le partite e i legami profondi costruiti sul campo di calcio.
Calcio e Acciaio è un romanzo che ho sentito “vicino” sia perché parla di cose che conosco bene, (non mi riferisco solo a spaccati di paesaggi ambientati nella nostra terra ma anche ai sentimenti, agli affetti familiari, alla necessita a volte di ritornare alle nostre radici) sia perché il linguaggio usato da Gordiano, diretto e immediato, punta a voler ripercorrere certi turbamenti con i quali tutti, prima o poi, sono chiamati a fare i conti.
Sono pagine intense che spingono il lettore ad andare avanti in mezzo a un mare di ricordi, amori, affetti familiari che in certi momenti fanno mancare un battito al cuore e ti lasciano un groppo in gola che difficilmente riesci a fermare.
E poi ci sono passaggi letterari che sono parte di te e li senti scorrere addosso; “la scogliera nei giorni d’estate, la maglietta sudata dopo una partita di calcio su un campetto improvvisato, la merenda pane e burro e marmellata davanti a un fumetto…”.
Credo che ognuno possa trarre considerazioni e provare emozioni diverse leggendo questo libro; per quanto mi riguarda sono rimasto appeso ai pensieri di Giovanni, il protagonista del romanzo, soprattutto a quelli legati al padre come figura chiave di tutta la sua esistenza che ritorna a galla sotto forma di un fiume di ricordi dolci e a volte dolorosi.
É facile, per chi conosce l’autore, trovare nei vari personaggi una buona parte del suo modo di essere e questo fa del libro un qualcosa di assolutamente autentico e vissuto che Gordiano riesce a trasmettere per intero a più riprese.
Fatevi quindi un regalo, comprate Calcio e acciaio, Dimenticare Piombino e buona lettura a tutti.